di Stefano Sansonetti
Certo, c’è l’amore per i numeri, le proiezioni e le statistiche, anche se ultimamente non è che abbiano brillato per precisione. E poi c’è la voglia di far fruttare, in un modo o nell’altro, tutto ciò che si guadagna facendo sondaggi. E così, per esempio, si scopre che Renato Mannheimer ha la bellezza di 6 immobili per complessivi 4 milioni di euro al centro di Milano. Ai quali, per non rinunciare a qualche peccato di gola, aggiunge una piccola partecipazione in un ristorante sui Navigli. Oppure viene fuori che Nicola Piepoli custodisce 1 milione e 200 mila euro in titoli e azioni. Ma c’è anche chi non se la passa molto bene, come Roberto Weber, fondatore di quella Swg che ha dovuto aprire il capitale a nuovi soci per avere linfa finanziaria. Di sicuro, dal quadro che lanotiziagiornale.it è in grado di ricostruire, emerge che i sondaggisti nostrani non si limitano certo al settore delle ricerche di mercato.
Mannheimer l’immobiliarista. Quasi ogni sera si affaccia negli studi televisivi di Porta a Porta per sciorinare le previsioni effettuate attraverso l’Ispo, ovvero l’Istituto per gli studi e ricerche sulla pubblica amministrazione, di cui Renato Mannheimer è azionista con la famiglia. Si tratta di una srl che, tenendo in considerazione il momento di crisi, va piuttosto bene. Nel 2011, ultimo bilancio disponibile, ha fatturato 5,5 mln di euro, in aumento rispetto ai 4,2 dell’anno precedente. E l’esercizio si chiuso con un utile di 406 mila euro. In più sui conti correnti della società è depositata una liquidità niente male, per l’esattezza 1,5 milioni. Ma bisogna spostarsi nei pressi della GL Holding per capire il principale hobby finanziario di Mannheimer. Anche qui gli azionisti sono il sociologo-sondaggista e i familiari. Nella pancia della società spuntano fuori sei immobili, di cui 3 residenziali e 3 commerciali, tutti situati tra Santa Maria delle Grazie e parco Sempione. Dopo una maxirivalutazione effettuata nel 2008, sfruttando una legge introdotta dall’ex ministro dell’economia, Giulio Tremonti, oggi questi complessi sono iscritti a bilancio a un valore di 4 milioni di euro. Dopodiché, uscendo dalla GL Holding, arriviamo alla Ponte Rosso srl, società che gestisce l’omonimo ristorante sui Navigli fatturando 360 mila euro l’anno. In essa Mannheimer ha una partecipazione dell’1%.
Piepoli tra titoli e azioni. Un altro che si dà molto da fare, al di là del sondaggio, è Nicola Piepoli. Da tempo è a capo dell’Istituto Piepoli spa, società in grado di fatturare 3 mln di euro nel 2011, esercizio chiuso con una perdita di 189 mila euro. Come emerge dai documenti contabili, buona parte degli affari dell’istituto dipendono da partnership con Skytg24 e con Adr – Aeroporti di Roma. Quest’ultima, presieduta da Fabrizio Palenzona, un paio di anni fa ha assegnato alla società di Piepoli, per 1 milione di euro, un “servizio di monitoraggio della qualità erogata e percepita dagli aeroporti di Ciampino e Fiumicino”. Curiosità vuole che nell’azionariato dell’Istituto Piepoli, che di base fa capo al sondaggista e alla famiglia, ci sia con il 17,8% anche un ente pubblico come il Formez, ovvero il Centro di formazione e ammodernamento della Pa, dipendente dal ministero della funzione pubblica. Ma anche in questo caso bisogna passare per la Medea, la cassaforte di famiglia, per scoprire che Piepoli e congiunti hanno dalla loro titoli e azioni per un controvalore di 1 milione e 209 mila euro e utili distribuibili per 1 milione e 233 mila.
Pagnoncelli, la macchina da guerra. Un caso a parte è quello di Nando Pagnoncelli. Il sondaggista di Ballarò, infatti, presiede la controllata italiana di una multinazionale che ha sede a Parigi, la Ipsos Sa. Insomma, un colosso che “permette” all’italiana Ipsos srl di vantare un fatturato 2011 da ben 34,6 milioni di euro e un utile di 188 mila. Dati a cui vanno aggiunte le performance di Ipsos Operations, società controllata che gestisce la rete degli intervistatori e ne elabora i risultati: il suo fatturato è stato di 15 mln di euro. Numeri che fanno impallidire quelli dei colleghi di Pagnoncelli. Il quale lavora non solo per clienti pubblici come l’Istat, ma anche per big privati del calibro di Nestlè, Kraft, Unilever e Colgate.
I travagli di Swg. Musica un po’ diversa per la Swg, società fondata da Roberto Weber, storicamente vicina alla sinistra. Gli ultimi dati di bilancio, sempre riferiti al 2011, parlano di un fatturato in calo da 5,5 a 4,4 milioni e di una perdita secca di 1,2 milioni. I problemi durano dal qualche anno, tanto che nel 2011 la società ha dovuto aprire il suo capitale alla Mowgli, che adesso ne è azionista di maggioranza. Dietro Mowgli ci sono Adrio De Carolis, che ha guidato ed è tutt’ora azionista del gruppo editoriale DMail (42 testate locali tra cui NovaraOggi, Bergamosette e il Giornale di Monza), e Fabio Tacciaria, ex direttore generale del gruppo L’Espresso. In più Swg ha anche un azionista pubblico, al 30%: si tratta di Friulia, la finanziaria pubblica della regione Friuli Venezia Giulia.
Le giovani leve. A chiudere il panorama ci sono le “giovani leve”, quelle che si sono affacciate sul mercato da minor tempo. Ne fa parte Alessandra Ghisleri, la sondaggista preferita da Silvio Berlusconi. La sua Ghial Media, che gestisce Euromedia Research, ha fatturato nel 2011 1,3 mln, chiudendolo con un piccolo utile di 48 mila euro. Poi c’è la Ipr Marketing di Antonio Noto, sondaggista utilizzato dal Tg3, capace di ricavi per 2,6 milioni e utili per 14 mila. Infine Antonio Masia, punto di riferimento per il tg di La7 condotto da Enrico Mentana, che solo nel 2011 ha fondato una società in accomandita semplice che si chiama Masia Consulting.