Un indizio su cosa stia diventando la scuola ai tempi delle destre al potere ce lo ha dato la sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato che ha appena fatto a pezzi – se non bastasse già il clamoroso flop delle iscrizioni – il liceo del Made in Italy di nuovo conio sovranista. Nel mirino dei magistrati di Palazzo Spada è finito, innanzitutto, il nuovo regolamento relativo all’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico oltre che la formulazione relativa al rapporto tra approfondimento e sviluppo di conoscenze e abilità. Il dubbio, del resto, che il nuovo liceo servisse più a plasmare le braccia della futura manovalanza da avviare al lavoro (abilità) che le menti degli studenti (conoscenze) era implicito già nel richiamo al Made in Italy (rigorosamente in inglese, of course).
Ma non è tutto. Per il Consiglio di Stato, a destare particolare preoccupazione sono i costi della nuova trovata didattica. Dal momento che sul punto, nella relazione tecnica di accompagnamento, non si precisa che “tale disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. La sezione consultiva, in attesa che l’Amministrazione acquisisca e trasmetta il parere della Conferenza unificata (arrivato ieri e “pienamente favorevole”, come annunciato dal ministro Valditara), ha deciso pertanto di sospendere la valutazione finale.
Così mentre la propaganda si infrange, con l’ennesima figuraccia, contro il muro della realtà, a riportare sulla terra il governo che sogna una nuova egemonia culturale, ci ha pensato l’ultimo rapporto dell’Ocse (Education at a Glance 2024), in cui vengono messi a confronto gli stipendi degli insegnanti dei diversi Paesi membri e i rispettivi sistemi educativi. Il quadro che emerge sull’Italia è desolante: sottofinanziamento cronico del nostro sistema di istruzione, stipendi dei docenti fermi al palo e record negativo in tema di gap salariale tra uomini e donne. Come se non bastasse, “l’aumento previsto nel contratto del triennio 2022-2024, la cui trattativa deve ancora iniziare, è basato su una crescita del 5,8%” mentre “gli aumenti medi previsti per gli insegnanti europei sono del 28%”. Insomma, roba da zero in pagella. Altro che liceo del Made in Italy.