“Un macigno troppo pesante, Sangiuliano costretto a lasciare”. Parla il senatore M5S, Pirondini

“Rimane agli atti in tutta questa vicenda deprimente di Sangiuliano la gestione intollerabile della premier”

“Un macigno troppo pesante, Sangiuliano costretto a lasciare”. Parla il senatore M5S, Pirondini

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si è dimesso. Luca Pirondini, senatore M5S e capogruppo in commissione Cultura, era un epilogo inevitabile?
“Il macigno di ombre, mezze verità e dichiarazioni puntualmente smentite di Maria Rosaria Boccia era diventato troppo pesante. Con il suo sacrificio l’ormai ex ministro prova a togliere dall’imbarazzo Giorgia Meloni. In un Paese normale si sarebbe già dimesso anche prima, perché, al di là delle questioni legali che ci possono essere, quando tu trascini i ruoli istituzionali che ricopri a un livello così infimo di esposizione in Italia e all’estero non ci sono altre possibilità che farsi da parte. All’estero parlavano del nostro ministro della Cultura come una macchietta”.

Come ha gestito la situazione Meloni?
“La premier ha provato a lavarsene le mani e a coprire comportamenti che non hanno nulla a che vedere con la disciplina e con l’onore di cui spesso si riempie la bocca. Lo stesso ha fatto col ministro-cognato Lollobrigida che fermava i treni e con Santanchè che è venuta in Parlamento a mentire. E ora lo stava facendo con un ministro che aveva addirittura rassegnato le dimissioni e che lei in prima battuta aveva respinto. Disciplina e onore per Meloni, evidentemente, sono solo uno slogan da esibire in televisione”.

Il ministro Urso aveva provato a liquidare il caso come gossip.
“Penso che fosse l’ennesimo tentativo da parte del governo di normalizzare qualcosa che normale non è. Lo hanno fatto in precedenza col caso della Santanchè e con quello di Lollobrigida. E ora tentavano di farlo col ministro Sangiuliano. È chiaro che questo di Sangiuliano fosse un caso politico tant’è vero che il ministro aveva rassegnato le proprie dimissioni alla premier che poi le aveva rifiutate. Dunque quel gesto chiariva perfettamente che il problema è principalmente politico perché, poi, la parte che pubblica non è francamente non ci interessa”.

A destra c’è chi ha sostenuto che dietro questa storia ci fosse una regia occulta.
“Se c’è stata una regia occulta dev’essere stata quella dei fratelli Vanzina visto la trama della storia. Ma non credo ci sia stata nessuna regia occulta. Se ci fosse stata andrebbe dimostrato da chi lo sostiene. Diversamente, c’era un ministro che confermava la propria inadeguatezza per l’ennesima volta e in questo caso in una vicenda deprimente anche dal punto di vista personale”.

La vicenda è ora all’attenzione della Corte dei Conti.
“Laddove ci sia o ci possa essere stato un coinvolgimento dei denari pubblici in questa vicenda è evidente che il tema vada approfondito. L’ormai ex ministro dice di no ma ci sono versioni contrastanti su questo. Laddove fossero stati spesi soldi pubblici per viaggi istituzionali, in cui è stata coinvolta una persona che non aveva ruoli istituzionali, si porrebbe un problema molto grande oltre al fatto che in quel caso Sangiuliano avrebbe mentito”.

Che idea si è fatto dell’intervista del ministro al Tg1?
“Altri hanno ricordato che 15 minuti al Tg1 non li fa neanche il Papa, quindi è molto strano che il servizio pubblico si sia prestato a un’intervista di quel tipo. Si tratta di una questione che merita approfondimento e crediamo anche che in Vigilanza Rai, con la nostra presidente Barbara Floridia, ci saranno accertamenti che più forze politiche hanno già chiesto. Tra queste noi del M5S”.

Quale il limite tra sfera privata e sfera pubblica per un uomo delle istituzioni?
“Quello in cui la sfera privata non va a incidere su quella pubblica. Se quella privata non ha ripercussioni sulla pubblica una persona è libera di fare quello che vuole, anche di sbagliare. Ma nel momento in cui una relazione privata va a compromettere quella pubblica o a influenzarla questa è una soglia che non può essere tollerata. E nel caso di Sangiuliano questo andrà accertato”.

Come giudica l’operato di Sangiuliano ministro?
“Sono capogruppo al Senato in Commissione Cultura e il mio parere sul ministro è noto da tutti i miei interventi. Un ministro disastroso. Incompetente rispetto ai temi di cui si è dovuto occupare. Non ha realizzato niente di quello che ha promesso. Non ha rinnovato il contratto, per esempio, al comparto delle Fondazioni liriche. Un ministro disastroso dal punto di vista politico e che ha ricoperto di ridicolo il nostro Paese in tutto il mondo. L’unica cosa pianificata da ministro è stata cambiare il nome del Fus (Fondo unico per lo spettacolo) in Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo. Hanno tentato di riempire tutte le poltrone possibili e immaginabili con i loro amici e di concreto non hanno apportato alcun miglioramento al sistema culturale italiano. Basta prendere la legge di Bilancio per vedere che hanno continuato a tagliare sul comparto Cultura. Insomma Sangiuliano doveva dimettersi perché inadeguato già prima di questa deprimente vicenda”.