Lo scontro tra Conte e Grillo è sempre più duro. Dolores Bevilacqua, senatrice M5S, chi ha ragione?
“In realtà non è uno scontro, è un posizionamento tra due visioni che mirano comunque al bene del Movimento. È chiaro che Grillo è il fondatore, quindi è affezionato agli aspetti che sono stati e sono tuttora la cifra del Movimento. Ma è anche innegabile che il M5S è passato da forza di rottura anti-sistema a forza in un contesto specifico, prima in Parlamento e poi anche con un incarico di governo. Per cui è naturale che non possa essere più sostenibile una visione di un Movimento monolitico, per come era stato avviato dal sogno di Grillo e Casaleggio, ma che sia in atto un processo di rinnovamento e maturazione”.
Cosa risponde all’ultimo post di Grillo sul suo blog?
“Grillo rivendica il suo ruolo di garante dei valori. E tra l’altro rimette il focus sui temi del simbolo, dei due mandati e dell’esaltazione della democrazia diretta che sono per lui intoccabili. Però c’è un però: il però è l’assemblea, che da statuto è sovrana e può e deve esprimersi in assoluta libertà su questo che è il percorso avviato con la costituente. È un esperimento di democrazia diretta che finora non ha mai portato avanti nessun partito, da questo punto di vista rivendicare ed esaltare il ruolo della base e poi volerlo limitare su dei punti rilevanti è una contraddizione. Se è sovrana deve essere in grado di esprimersi”.
Siamo di fronte a una frattura insanabile?
“Io continuo a sentir parlare di resa dei conti. Secondo me è solo un momento di passaggio, in cui vengono tracciate delle linee, vengono fissati dei parametri che saranno l’ossatura del Movimento che vuole la base. Non c’è alcun modo di influenzare questo processo e il fatto che il presidente Conte abbia, lui per primo e poi chiedendolo poi a tutti gli eletti, di non esprimersi, non prendere posizione in questo momento, è la misura di quanto non si vuole incidere sulle determinazioni”.
La vostra linea è che non sia Grillo a decidere. Eppure lo Statuto dice che è lui ad avere l’ultima parola. Come se ne esce?
“In realtà c’è una piccola falla nel ragionamento del garante, perché gli aspetti su cui lui chiede che non ci sia un confronto non rientrano nello Statuto. Faccio riferimento al vincolo del secondo mandato, perché fa parte del codice etico. Da questo punto di vista il potere del garante, che peraltro non ha valore giuridico, non riguarda le determinazioni del codice etico”.
C’è il rischio di arrivare a una guerra burocratica e legale?
“Burocraticamente non ci sono gli elementi perché questo possa sfociare in carte di tribunale, perché per il simbolo ci sono degli accordi sottoscritti che prevedono che Grillo non possa avere nulla da rivendicare sul simbolo, che è proprietà dell’associazione da prima che Conte diventasse presidente”.
Perché c’è questo timore verso il cambiamento del M5S di Grillo?
“Questa è una domanda che andrebbe fatta a lui in prima persona, io faccio solo una considerazione: milioni di anni di evoluzione raccontano che il cambiamento premia chi riesce ad accoglierlo e ad adattarsi. È chiaro che il mondo, rispetto alla nascita del Movimento è cambiato, così come lo scenario politico, anche grazie al Movimento 5 Stelle. Il fatto che valori come l’etica nel pubblico, la lotta ai centri di potere, siano diventati un terreno su cui si sono fatti passi avanti – anche se questo governo ne sta facendo diversi indietro – è grazie al Movimento. Non tenerne conto significa anche rinnegare quanto di buon ha fatto il Movimento finora”.
Grillo si sofferma sulla nascita dei 5S come qualcosa di diverso dai partiti tradizionali. Non ha ragione quando dice che i 5 Stelle rischiano di essere come gli altri?
“Io rispondo con una domanda: mi sa fare il nome di un solo partito tradizionale che ha avviato percorso come questo costituente? Nessuno. Il Movimento continua nella sua unicità, con le orecchie tese alle istanze dei cittadini e dei più deboli, la nostra unica stella polare che farà rimanere i 5 Stelle una forza unica”.
Non si rischia di indebolire il M5S?
“Io mi ponevo il problema inverso, ovvero che potesse passare l’idea che la costituente fosse considerata solo un’operazione di maquillage. Questi confronti dimostrano esattamente il contrario, che l’iniziativa è autentica e vera e vuole davvero far emergere le nuove sensibilità”.