Se il “ministro ‘nammurato” Gennaro Sangiuliano pensava che bastassero 15 minuti di umiliazione nel confessionale dell’amico Gian Marco Chiocci davanti a da 3,2 milioni di spettatori increduli, per mettere la parola fine alla sua personalissima telenovelas romantico-politica, si sbagliava di grosso. Quei 15 minuti, infatti, oltre a segnare uno dei punti più squallidi della storia politica italiana, hanno scatenato roventi polemiche, con buona pace di quanti nel centrodestra anche ieri hanno tentato di derubricare la vicenda Sangiuliano-Boccia come “una storia personale ormai chiusa”.
L’intervista a Sangiuliano finisce in Commissione di vigilanza Rai
Il primo fronte riguarda proprio l’uso personale della Rai, scelta da “Genny” come luogo dove dare spiegazioni, al posto del Parlamento. “Ieri sera è successa una cosa inimmaginabile per il servizio pubblico. Il Tg1, il maggior telegiornale del servizio pubblico ha mandato in onda un’intervista, concordata fin nei minimi dettagli, per permettere al ministro di difendersi e spiegarsi”, attacca l’Avs Peppe De Cristofaro, “15 minuti di intervista, fatta direttamente dal direttore Chiocci. Un uso privatistico del servizio pubblico, e una spregiudicata operazione comunicativa per far passare la tesi dell’amante tradita e offesa. Non lo scandalo di un esponente governativo che si porta dietro, tra riunioni riservate e incontri in giro per l’Italia, la sua amante. Per nascondere le colpe gravi di cui è accusato il ministro, è andata in onda sul Tg di maggior ascolto della Rai una sceneggiata degna di una telenovela brasiliana con pause ad effetto, lacrime e testa bassa. La Rai è sempre più TeleMeloni”.
E con lui l’intera opposizione ha gridato allo scandalo, tanto che sul caso la presidente della commissione di vigilanza, Barbara Floridia, ha annunciato, probabilmente già per martedì, la convocazione dell’ufficio di presidenza: “Convocherò con la massima urgenza un ufficio di presidenza per affrontare il caso e consentire ai gruppi di intervenire e porre le richieste che riterranno opportune”, ha detto.
Tutte le opposizioni vogliono il ministro in aula a spiegare
Sul fronte parlamentare, invece, le opposizioni unite sono tornate a chiedere che il ministro riferisca in Parlamento. Una prima finestra utile per ‘parlamentizzare’ il caso Sangiuliano-Boccia sarà la prossima settimana, mercoledì, con il Question time della Camera. Al momento ancora non risulta depositato un Qt specifico sul tema, ma le opposizioni sono al lavoro e almeno un’interpellanza è data come molto probabile. Tuttavia potrebbe non essere il ministro a presentarsi a Montecitorio. L’unica via per essere sicuri che a rispondere sia Sangiuliano sarebbe una mozione di sfiducia ad personam, che però al momento non è stata deposita.
Il verde Bonelli va in procura
Intanto il verde Angelo Bonelli ha presentato l’annunciato esposto alla procura chiedendo di fare luce sull’ipotesi di reato di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio. “Nella ricostruzione del ministro c’è qualcosa che non torna”, ha detto, “Dice che le prenotazioni le ha fatte lui ma la Boccia ha pubblicato la mail del capo segreteria del ministro con le carte di imbarco dei voli aerei fatte dalla segreteria del ministero. Sono stati ospiti di amministrazioni locali e organizzazioni che ricevono denaro pubblico: a che titolo invitavano la Boccia? Per la relazione con il ministro? Dubito. O pensavano che si trattasse di un membro dello staff del ministero? Il ministro non ha risposto ed è evidente la fragilità della sua ricostruzione”.
In alto mare il programma definitivo del G7
Infine c’è la questione – non secondaria – che a due settimane dall’inizio del G7 della Cultura (che si terrà non si sa dove in Campania dal 19 al 21 settembre), manchi del tutto il programma definitivo dell’assise, indispensabile per mettere a punto il complesso dispositivo di sicurezza. Sottolineando che il programma è “di competenza del ministero della Cultura”, ieri il prefetto di Napoli, Michele di Bari, sconsolato, ha aggiunto: “quando lo avremo, ci muoveremo”.