Ventuno dispersi. Tra cui anche tre minorenni. E sette persone soccorse ma in condizioni gravi. Nel Mediterraneo si consuma l’ennesima strage di migranti, con il naufragio di un barcone in acque territoriali italiane. I militari della guardia costiera hanno soccorso sette siriani che si trovavano su una barca capovolta.
I superstiti hanno raccontato che a bordo in totale c’erano 28 persone partite dalla Libia lo scorso primo settembre. Dopo un giorno di navigazione sarebbe avvenuto l’incidente, durante il quale le persone soccorse hanno anche perso i cellulari. I migranti salvati sono stati fatti sbarcare a Lampedusa, al Molo Favarolo, e poi trasferiti all’hotspot di Contrada Imbriacola.
Naufragio a Lampedusa, tra i 21 dispersi anche tre minorenni
La barca si sarebbe capovolta quando si trovava ancora in acque territoriali libiche, poi i sette superstiti sarebbero andati alla deriva per tre giorni, fino a quando sono stati intercettati dai militari della motovedetta Cp 324. I sopravvissuti sono tutti uomini e hanno raccontato alla squadra mobile i dettagli del viaggio: sulla barca erano presenti solo sudanesi e siriani, tra cui tre bambini attualmente dispersi.
Inoltre la guardia costiera ha anche bloccato un altro barchino di sei metri: a bordo c’erano 19 tra egiziani, libici, siriani e sudanesi. Entrambi i natanti sarebbero partiti dal porto libico di Sabratah e i migranti riferiscono di aver pagato 5.500 per la traversata verso le coste siciliane.