Il caso Sangiuliano-Boccia è scoppiato e il posto del ministro è a rischio. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, cosa pensa di quanto è emerso?
“Sono veramente spiazzata rispetto a questa messa in scena, a una modalità di gestire le istituzioni davvero sconcertante. Perché se un ministro o una ministra hanno bisogno di una consulenza, di persone di fiducia a cui fare riferimento, mi sembra una cosa non soltanto accettabile, ma perfino apprezzabile. In questo caso la confusione è invece assoluta: mi auguro che ci sia un’assunzione di responsabilità davanti al Parlamento. Sicuramente ci saranno question time e interrogazioni. Però quello che vedo è che c’è una grande contraddizione, evidente, tra il ruolo del ministro e come si mettono in scena relazioni che fanno intendere anche una qualche forma di relazione personale. Come se ci fosse uno scambio tra il potere in capo a un ministro e una potenziale collaboratrice, la cui collaborazione dovrebbe avvenire secondo quanto previsto dalla normativa vigente, quindi con un contratto serio, anche a titolo gratuito, ma comunque un contratto, con le clausole e le previsioni previste dalla legge e dal buon senso”.
Cosa emerge da questo caso?
“Quel che mi lascia perplessa è come sia potuta venire fuori una storia del genere, quindi una sorta di opacità del rapporto collaborativo e un coinvolgimento della dottoressa Boccia in momenti istituzionali che sarebbe possibile soltanto in virtù di un rapporto istituzionalmente disciplinato, in modo chiaro ed esplicito, perché si tratta di un ministro. Solo in quel caso avrebbe potuto partecipare ed essere coinvolta. Anche se non ci fosse stato il G7, ma a maggior ragione quando si tratta del G7. Mi sembra che si manchi di rispetto anche nei confronti della dottoressa Boccia, perché nel momento in cui esponi in questi termini una donna mi dà l’impressione che ci siano anche dei tratti poco rispettosi di una donna.
Credo che il ministro abbia dato prova di una leggerezza e di mancanze istituzionali”.
A suo giudizio Sangiuliano si dovrebbe dimettere?
“Secondo me sì, perché non è che possiamo continuare a sopportare comportamenti di così basso profilo e così offensivi della vita istituzionali. Bisogna fare un salto di qualità proprio dal punto di vista del governo, penso che Meloni invece di buttare la polvere sotto il tappeto si dovrebbe assumere la responsabilità. Con tutto il rispetto della Boccia che si è mossa in base a delle garanzie che deve aver avuto”.
Meloni ha difeso Sangiuliano ieri, cosa si aspetta che faccia ora e come ne può uscire?
“Dipende da qual è l’obiettivo di Giorgia Meloni. Se si rende conto che il ministro non è all’altezza, ma non soltanto in questa occasione, del ruolo così importante e decisivo, soprattutto in vista del G7, oppure se è più semplice per la presidente lasciarlo lì per paura che il vertice sia inficiato da queste dimissioni. Probabilmente la sua è una tattica più che una strategia. È talmente evidente lo scivolone spaventoso del ministro, che non può essere certo sottovalutato”.
Il problema nel governo va oltre il singolo caso: prima di Sangiuliano, per esempio, c’è stata Santanchè…
“Quello della Santanchè è un altro caso che veramente (ride, ndr)… Quello che mi preoccupa e mi fa interrogare è che tutto ciò stia avvenendo sotto i nostri occhi e non ci sia l’indignazione generale, anzi c’è quasi un’assuefazione. Un po’ le ho vissute anche con Berlusconi queste modalità, anche se era un uomo molto più potente. Abbiamo visto questa impunità che crea quasi una cultura del ‘tutto è possibile’ per chi ha il potere. E quindi siamo di fronte a una caduta del livello etico che invece è sempre necessario nell’esercizio del potere. Questo mi preoccupa tantissimo: non vedo quell’indignazione e quella consapevolezza dovuta al fatto che chi esercita il potere non può avere il potere di fare tutto quello che vuole”.
Prima citava Berlusconi: questo caso denota un atteggiamento ricorrente della destra al potere?
“Sì, adesso non è che voglio mettermi a fare l’esegesi della destra al potere con questo caso. Ma è un un segnale preoccupante di come in questo governo troppe siano le contraddizioni. Che non soltanto fanno del male alle istituzioni ma esercitano anche un’influenza sulla modalità di percezione delle istituzioni. È diseducativo, ma molto offensivo nel caso di Sangiuliano anche rispetto alla relazione tra uomini e donne”.