Dopo la Puglia, Sardegna e Toscana. La Regione, guidata da Alessandra Todde, ha varato la delibera con cui impugna davanti alla Corte Costituzionale la legge del Governo sull’autonomia differenziata di Calderoli. Nel provvedimento di 55 pagine che contiene il ricorso alla Consulta vengono enunciati i principali punti dell’impugnazione.
I motivi del ricorso della Sardegna contro la legge Calderoli
Secondo la Regione sarda la legge viola l’art. 116, comma 3 della Costituzione, eccedendo i limiti previsti per l’autonomia differenziata, e anche il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, non prevedendo adeguate forme di coinvolgimento delle stesse Regioni nel processo. Inoltre, così come formulata la legge consentirebbe il trasferimento di intere materie alle Regioni, anziché solo di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”.
“La delega al Governo per la determinazione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) è carente di principi e criteri direttivi – spiega la giunta Todde – Viola le prerogative delle Regioni a statuto speciale, in particolare della Sardegna, e non rispetta le procedure previste dallo Statuto speciale della Sardegna per il trasferimento di funzioni e risorse e rischia di accentuare i divari territoriali e violare i principi di solidarietà e uguaglianza”. Il ricorso argomenta nel dettaglio come “questi vizi di costituzionalità ledano le competenze e l’autonomia della Regione Sardegna”, che chiede quindi l’annullamento totale o parziale della legge.
Autonomia, la Toscana segue a ruota
E dopo la Sardegna sarà la volta della Toscana. Anche la Regione guidata da Eugenio Giani ricorre alla Corte costituzionale contro il Governo per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge n.86 del 2024, concernente le disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. A renderlo noto in serata è la stessa Regione spiegando che “a presentare il ricorso sarà Giani in una conferenza stampa che si terrà” oggi a Firenze.
Obiettivo raggiunto per il referendum contro l’Autonomia
Nel frattempo sul sito del ministero di Giustizia si legge che oltre mezzo milione di italiani ha firmato online la richiesta di referendum abrogativo della legge Calderoli. Il “quorum” fissato per legge è dunque stato raggiunto, dopo meno di un mese dall’avvio della raccolta firme partita lo scorso 26 luglio. E adesso andranno contabilizzate le migliaia di firme raccolte ai banchetti. Obiettivo dei promotori del referendum è raggiungere quota un milione di firme.