Le parole del presidente Usa Joe Biden sul “passo indietro” di Hamas sono “fuorvianti e non rappresentano la vera posizione del movimento che auspica arrivare a un accordo sul cessate il fuoco”. Lo afferma lo stesso Hamas in un comunicato accusando il presidente degli Stati Uniti di dare così “luce verde” al governo israeliano di proseguire la guerra a Gaza e “commettere altri crimini contro i civili” palestinesi.
“L’ultima proposta comprende nuove condizioni che contraddicono la cornice di intesa concordata il 2 luglio scorso”
L’ultima proposta presentata al recente round negoziale per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza comprende nuove condizioni che contraddicono la cornice di intesa concordata il 2 luglio scorso, aggiungono da Hamas, dopo che ieri il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, aveva annunciato da Tel Aviv il supporto di Israele alla “proposta ponte” illustrata nei giorni scorsi, invitando il gruppo palestinese a fare altrettanto. Cambiando i termini dell’accordo, gli Stati Uniti stanno accogliendo le richieste di Israele, consentendogli di “commettere altri crimini contro civili indifesi, nel perseguimento degli obiettivi di sterminio e sfollamento del nostro popolo”, recita la nota riportata da al Jazeera.
Nella nota Hamas ha riaffermato il proprio “impegno su quanto concordato con i mediatori il 2 luglio”, ossia sul piano presentato dal presidente americano Biden il 31 maggio, poi sostenuto dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu dell’11 luglio, invitando quindi “i mediatori ad assumersi le proprie responsabilità e a obbligare l’occupazione ad accettarlo”.
L’intesa del 2 luglio è composta da tre fasi, con la prima fase che prevede un cessate il fuoco di sei settimane, il ritiro delle forze israeliane dalle aree popolate di Gaza e il ritorno degli sfollati alle loro case, l’ingresso degli aiuti umanitari e lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. Secondo quanto riferito ieri sera da Basem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, agli ultimi colloqui Israele ha posto nuove condizioni: nessun ritiro dal valico di Rafah e dal Corridoio Philadelphi, al confine con l’Egitto; nessun ritiro dalla strada di Netzarim, che divide il nord dal sud dell’enclave, con controllo degli sfollati che rientrano nelle loro case nel nord della Striscia; modifiche all’accordo sullo scambio dei prigionieri; e nuove condizioni per l’ingresso degli aiuti umanitari. Secondo Naim, Israele avrebbe anche chiesto “un impegno scritto da parte degli americani che consenta la ripresa delle ostilità, qualora venisse deciso”.
Nella nota diffusa oggi Hamas ha quindi sottolineato che Qatar ed Egitto, mediatori insieme agli Stati Uniti nei negoziati, “sanno che il movimento ha agito in modo positivo e responsabile in tutti i precedenti round negoziali e che (il premier israeliano Benjamin, ndr) Netanyahu è sempre stato quello che ha ostacolato il raggiungimento di un accordo e che ha posto nuove condizioni e richieste”, invitando quindi “l’amministrazione americana ad adoperarsi seriamente” per fermare la guerra.