Con il debito pubblico che è tornato a segnare un nuovo record e sfiora ormai i 3.000 miliardi di euro, è una caccia alle risorse a tutto campo quella avviata dal governo per trovare i circa 22-23 miliardi necessari per mettere in piedi la prossima legge di Bilancio.
Un aiuto arriva dalla Ragioneria generale dello Stato, con le entrate nel periodo gennaio-giugno che segnano un balzo di 13 miliardi. I numeri sono ancora tutti da mettere a punto.
L’avvertimento della Cgil sulla Manovra
La Cgil si dice pronta a “tutte le iniziative di lotta”. Un ritorno all’austerità con la stretta su sanità, previdenza, scuola e pubblico impiego è inaccettabile. Il Governo cerchi le risorse che servono utilizzando la leva redistributiva del fisco guardando ai grandi patrimoni, alle rendite finanziarie, agli extraprofitti e all’evasione fiscale, sottolinea il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
La Cgil chiede di confermare la decontribuzione in scadenza perché altrimenti per circa 14,7 milioni di lavoratori il rischio sarà di perdere tra i 70 e i 100 euro in busta paga.
Sarà inoltre essenziale, spiega, trovare le risorse per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici perché “non è accettabile un aumento monetario del 5,78% per il triennio 2021-2023 a fronte di un’inflazione cumulata nel triennio del 17%. Significa, dice, programmare una riduzione dei salari reali”.
Ci sono in scadenza le misure Ape sociale e Opzione donna ma queste sono “già insufficienti e non vanno peggiorate ulteriormente”.
Misure in bilico, dalla previdenza al fisco
I calcoli veri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, li farà a settembre, non appena saranno disponibili i dati aggiornati dell’autoliquidazione delle imposte, e di altre scadenze prorogate come la quinta rata della rottamazione a settembre e il concordato preventivo ad ottobre.
Il conto della manovra parte dai circa 18 miliardi necessari per confermare alcuni degli interventi finanziati solo per quest’anno, la conferma dell’Irpef e le ‘politiche invariate’, come il rinnovo dei contratti della Pa.
Il governo ha garantito la riconferma quest’anno del taglio del cuneo fiscale (che da solo costa quasi 11 miliardi).
Tutto il resto sarebbe al momento in bilico, dalla detassazione del welfare aziendale alla decontribuzione per le lavoratrici madri, dal taglio del canone Rai all’anticipo pensionistico. Dove il governo punta su conferma per l’Ape sociale e per Opzione donna.
Mentre Quota 103 potrebbe essere sostituita da Quota 41, con il ricalcolo interamente contributivo se si confermasse il trend di scarsissima adesione alla misura dopo la stretta del 2023.