C’è anche Giorgia Meloni. Il suo è uno dei nomi citati dal settimanale tedesco Der Spiegel in un viaggio attraverso l’Europa e gli Stati Uniti per lanciare l’allarme su quello che viene ritenuto il rischio di un ritorno al passato più oscuro del nostro continente, un ritorno al fascismo.
Da Donald Trump a Marine Le Pen, passando per i tedeschi di Alternative fuer Deutschland, la copertina del giornale tedesco parla di uno spettro che aleggia sull’Europa e che può diventare sempre più concreto in futuro. Perché non ci sono solo i partiti di estrema destra che già governano in diversi Paesi, Italia compresa, ma anche quelli che potrebbero raggiungere il potere con le prossime elezioni, a partire dagli Stati Uniti con Trump.
“Come inizia il fascismo. Gli Hitler nascosti”, è il titolo dello Spiegel in cui viene citata anche la presidente del Consiglio italiana. La copertina del settimanale è dedicata ai volti di Bjoern Hoecke (di Alternative fuer Deutschland), Marine Le Pen (leader del Rassemblement National francese) e Donald Trump (in corsa per le presidenziali Usa).
La minaccia del ritorno del fascismo: l’allarme dello Spiegel
La prima preoccupazione i tedeschi la vedono in casa: a settembre ci sarà il voto delle elezioni amministrative nei Laender dell’est. I sondaggi dicono che un’affermazione dell’Afd è probabile e proprio da questo timore nasce l’analisi sulla minaccia del ritorno del fascismo.
“Il ritorno del fascismo è la paura atavica della società democratica moderna. Ma ciò che a lungo suonava come un qualcosa di isterico e inimmaginabile, sembra diventato nel frattempo serio e reale”, è il concetto di base da cui parte il racconto del settimanale tedesco. Un rischio “serio e reale”, quindi, tanto più se si pensa che in alcuni Paesi è già molto concreto.
I casi citati dallo Spiegel sono diversi. E tra questi c’è anche quello italiano, con Giorgia Meloni nominata – e immortalata nelle foto – insieme al presidente russo Vladimir Putin e al premier ungherese Viktor Orban. Situazioni ritenute, quindi, almeno in parte simili. I giornalisti tedeschi fanno quindi una lunga lista di esempi, prima di arrivare ad analizzare la situazione statunitense, quella che può avere – con le elezioni di novembre – maggior peso a livello globale.
Una lunga lista
Der Spiegel fa quindi riferimento alle “ambizioni imperialiste” di Putin, al “governo nazionalista” di Nerendra Modi, ma anche alla “vittoria di Meloni in Italia”. Non è finita qui, nell’elenco rientra anche la “strategia di normalizzazione di Marine Le Pen in Francia”, così come “la vittoria di Javier Milei in Argentina” e la “dominanza autocratica di Viktor Orban in Ungheria”.
La minaccia è ben più larga di quel che si possa pensare, tanto che la lista continua: “Il comeback di FPOE in Austria o di Geert Wilders in Olanda. Afd nell’est della Germania. Il dominio autocratico di Nayb Bukele a El Salvador, passato per lo più sotto traccia ma incredibilmente determinato, dove il parlamento è stato costretto con la violenza delle armi alle decisioni”. E, per chiudere in bellezza, viene citato il “rischio di una rielezione di Donald Trump” negli Stati Uniti.
Al di là delle singole situazioni, secondo il settimanale tedesco ormai il ritorno del fascismo è diventato un tema discusso, “in politica, nei media, fra cittadine e cittadini, nei think tank, fra politologi e filosofi”. E discusso “seriamente”. “La storia si ripete? C’è un nuovo fascismo? Aiutano le analogie storiche? Cosa è andato storto? E potrebbe accadere che la democrazia aiuti la ricostruzione di un mostro che costituisce il suo più grande terrore?”, si chiede il Der Spiegel nella sua analisi. Una discussione non del tutto nuova, che in Italia va avanti sin dalla campagna elettorale del 2022 che ha poi visto la vittoria di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia, ma che oggi arriva anche al di fuori dei nostri confini, in Germania e in Europa.