Ius scholae, per il leader del M5S, Giuseppe Conte, è arrivato il momento di approvare di proposta di legge per la sua introduzione. “In questi giorni, sull’onda dei trionfi azzurri alle Olimpiadi di Parigi e delle becere polemiche razziste che ne sono seguite – scrive al Corriere Conte -, si è riacceso il dibattito sull’acquisto della cittadinanza italiana da parte di stranieri che vivono nel nostro Paese. In realtà, sono anni che se ne parla perché ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che sono nati e cresciuti in Italia o che comunque vivono qui da anni, parlano italiano, si sentono italiani a tutti gli effetti, ma non hanno i nostri stessi diritti perché il nostro ordinamento giuridico li considera «stranieri». La politica ha il dovere di affrontare questa questione responsabilmente, tenendo a bada reazioni emotive o pregiudiziali ideologiche. Riassumiamo lo «stato dell’arte»”.
“La politica ha il dovere di affrontare questa questione responsabilmente, tenendo a bada reazioni emotive o pregiudiziali ideologiche”
Oggi in Italia la cittadinanza si ottiene principalmente in base allo ius sanguinis, ricorda il leader M5S, “cioè se si nasce da cittadini italiani o se da essi si viene adottati. Lo straniero maggiorenne che pure si sente «italiano» di fatto incontra enormi difficoltà e molteplici paletti: ha la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana solo se risiede nel nostro Paese da almeno io anni e se dimostra di avere redditi sufficienti al sostentamento, di non avere precedenti penali e di non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica. I minorenni di origine straniera, poi, pur se nati e cresciuti in Italia, non possono vantare il possesso di un documento che attesti la loro «italianità»”.
“Questi ragazzi possono presentare la richiesta per diventare cittadini italiani entro un anno dal compimento del diciottesimo anno d’età solo se hanno risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese sino al raggiungimento della maggiore età” aggiunge ancora Conte.
“I partiti di destra preferiscono mettere la testa sotto la sabbia”
“I partiti di destra, da FdI alla Lega – scrive l’ex premier nella lettera al Corriere dedicata allo Ius scholae -, di fronte a questi problemi preferiscono mettere la testa sotto la sabbia, inclini come sono ad affrontare il tema dell’immigrazione in base a schemi ideologici e propagandistici e perlopiù sotto la limitativa lente dell’approccio securitario legato all’ordine pubblico. I partiti di sinistra, dal Pd ad Avs, propongono una riforma che contempla l’acquisto della cittadinanza italiana in base allo ius soli, per il solo fatto di nascere su suolo italiano. Non possiamo rimanere più indifferenti, come vorrebbero i partiti di destra. Nell’anno scolastico 2021/2022 gli studenti privi della cittadinanza italiana erano all’incirca 872.360, pari a oltre il 10% degli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie”.
“La formazione scolastica – prosegue – rimane un potente fattore di integrazione, ma la privazione della cittadinanza rischia di alimentare stereotipi e rappresentazioni sociali e culturali costruite sulla «diversità», con il risultato di depotenziare il processo di condivisione di principi e valori fondamentali su cui si regge la nostra comunità nazionale.
Ma non appare convincente neppure una riforma basata sullo ius soli come proposto dai partiti di sinistra. Una riforma del genere produrrebbe l’effetto di attribuire la cittadinanza a chi, anche occasionalmente, nasce su suolo italiano, senza alcuna considerazione per i necessari processi di integrazione. Il sistema complessivo ne uscirebbe completamente squilibrato. Ci ritroveremmo, infatti, a cumulare i due diversi modi di acquisto della cittadinanza (ius sanguinis e ius soli), mentre di solito gli ordinamenti giuridici — per mantenere il giusto equilibrio — privilegiano l’uno o l’altro, salvo gli opportuni contemperamenti”.
“In Parlamento ci sono i numeri per finalizzare la proposta di legge sullo ius scholae e riconoscere i diritti di tanti bambini e ragazzi”
“È per queste ragioni che il Movimento 5 Stelle – aggiunge Conte – da tempo si batte per l’introduzione di una riforma basata su un diverso criterio: lo ius scholae, che condiziona l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per quei bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni d’età. Sin dalla scorsa legislatura abbiamo presentato una proposta di riforma della cittadinanza ispirata a questa soluzione, che abbiamo ripresentato in questa legislatura. Il dibattito di questi giorni segnala aperture verso una simile soluzione anche da parte di Forza Italia, di Azione e di varie forze sociali e sindacali. La soluzione dello ius soli — voluta dal Pd e da altri partiti di sinistra — non gode del necessario consenso parlamentare, ma sarebbe irragionevole per questi partiti rifiutare la soluzione meno radicale, ma più equilibrata dello ius scholae. Insomma, ci sono i numeri per finalizzare questa proposta di legge in Parlamento e riconoscere i diritti di tanti bambini e ragazzi che sono nati o comunque sono cresciuti in Italia, che studiano e giocano con i nostri figli e si sentono di fatto «italiani»”.
Per Conte in materia di diritti “non ha alcun senso fermarsi alla contrapposizione ideologica o invocare schieramenti secondo la logica binaria maggioranza/opposizione. Con il Movimento 5 Stelle, alla ripresa dei lavori parlamentari proveremo a spingere perché si compia questo passo avanti, questo grande gesto di civiltà, sperando che il dibattito di questi giorni non rimanga solo l’eco di un flatus vocis dovuto alla calura estiva”.