Sono ore di febbrile attesa per il Medio Oriente, dove a momenti dovrebbero riprendere a Doha, in Qatar, i negoziati di pace tra Hamas e Israele. Una trattativa a dir poco complicata che, se dovesse andare in porto, potrebbe causare la sospensione sine die della rappresaglia iraniana per l’uccisione a Teheran del capo politico dei terroristi palestinesi, Ismail Haniyeh.
A dirlo molto chiaramente è il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il quale ha dichiarato di aspettarsi “una conclusione positiva” della trattativa per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, aggiungendo che così si eviterà l’attacco dell’Iran e la conseguente escalation del conflitto mediorientale. Il problema è che il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, sembra riluttante all’idea di siglare la pace e continua a lanciare segnali ambigui.
Proprio per questo, il gruppo terroristico palestinese ha fatto sapere di voler ricevere precise garanzie dal governo di Tel Aviv, tra cui il ritorno alla bozza di accordo proposta da Biden, anche solo per potersi sedere al tavolo delle trattative. Su questo punto, Netanyahu continua a fare muro, ribadendo che è Israele a decidere le condizioni.
Il Medio Oriente trattiene il fiato in vista dei negoziati di pace tra Hamas e Israele. Biden avvisa Netanyahu: “Con l’accordo, si evita la rappresaglia dell’Iran”
Quel che è certo è che, intanto, la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, continua a minacciare una rappresaglia che, a quanto trapela, è vincolata proprio all’esito dei negoziati. Ben consapevole che questi sembrano a dir poco in salita, e quindi con alta probabilità di dover dare seguito alle minacce, anche ieri il leader di Teheran è tornato a dichiarare che “la guerra psicologica del nemico in ambito militare mira a instillare paura. Esagerare le capacità dei nemici fa parte della guerra psicologica contro l’Iran,” chiedendo al Paese di essere “pronto a tutto”.
Una possibile rappresaglia che, secondo l’emittente iraniana Press TV, potrebbe mettere nel mirino il quartier generale del servizio di intelligence israeliano Mossad a Tel Aviv, nel tentativo di vendicare la “violazione della sovranità dell’Iran,” con “un’azione mirata” nella speranza di non far deflagrare un conflitto regionale che, evidentemente, a Teheran nessuno desidera. Del resto, Israele, assieme ai propri alleati, è più che pronto a difendersi e ha già fatto sapere che risponderà immediatamente a qualsiasi attacco.