Dopo aver ripetuto fino allo sfinimento che a far saltare i gasdotti Nord Stream 1 e 2 è stata la Russia di Vladimir Putin, bollando come “putinisti” chiunque provasse a raccontare un’altra versione, ora emerge che le cose non sarebbero andate affatto così. Anzi, il Cremlino – che con quegli impianti riforniva di gas l’Europa, accumulando ingenti guadagni – sarebbe la vera vittima dell’attacco. Per questo motivo, la magistratura tedesca ha emesso un mandato di arresto europeo per un sommozzatore ucraino ritenuto “fortemente sospettato” di essere coinvolto nel sabotaggio, avvenuto nel settembre 2022, dei due gasdotti nel Mar Baltico.
A rivelare questo sviluppo nell’indagine sono stati i media tedeschi ARD, Sueddeutsche Zeitung e Die Zeit, che riferiscono come il ricercato sarebbe riuscito a sfuggire agli inquirenti, i quali lo cercano da giugno, ossia da quando è stato spiccato il mandato d’arresto nei suoi confronti. Si tratta dell’istruttore subacqueo 44enne Wolodymyr Zhuravlov, di nazionalità ucraina ma residente in Polonia. Oltre a lui, risultano indagati dalla Procura tedesca anche altri due ucraini, tra cui una donna.
Sempre secondo i giornali tedeschi, in base alle norme europee sull’assistenza giudiziaria reciproca, le autorità polacche avevano 60 giorni per rispondere alla richiesta di arresto di Zhuravlov, ma, per ragioni non ancora del tutto chiare, ciò non è stato fatto e il mandato è scaduto. Come se non bastasse, il sospettato, che contattato dai media tedeschi ha negato ogni coinvolgimento nel sabotaggio, sarebbe poi riuscito a far perdere le proprie tracce, e non si esclude che possa essere rientrato in Ucraina.
Sabotaggio del Nord Stream 1 e 2, la pista ucraina battuta dalla procura della Germania mette in imbarazzo l’Occidente
Sull’indagine, la Procura tedesca mantiene il riserbo, e per questo non si conoscono gli elementi alla base della richiesta di arresto di Zhuravlov. Non è chiaro se il gruppo di ucraini, ammesso che siano davvero i responsabili, sia in rapporti con il governo di Volodymyr Zelensky o con i servizi segreti ucraini. Quel che è certo è che questo inatteso sviluppo mette in imbarazzo l’Occidente e l’Ucraina stessa, che per troppo tempo hanno puntato il dito contro la Russia, accusandola di voler causare uno shock energetico in Europa auto-sabotando i due gasdotti.
Chi contesta la tesi main stream sul sabotaggio del Nord Stream accusato di putinismo
Una tesi che più di qualcuno aveva provato a smontare, finendo nel tritacarne dei media con l’accusa di putinismo. Tra i primi a mettere in discussione questo racconto è stato il giornalista investigativo statunitense e premio Pulitzer Seymour Hersh, che aveva categoricamente smentito la possibilità che dietro ci fosse la mano russa. A suo parere, infatti, la tesi più probabile era quella di un’operazione segreta ordita dalla CIA in collaborazione con la Norvegia. Diverse inchieste giornalistiche, invece, avevano avvicinato ancor di più a quella che sembra essere la verità, raccontando della possibilità che un gruppo di sommozzatori ucraini, con la compiacenza delle intelligence occidentali, avesse affittato nel 2022 uno yacht a vela di immatricolazione tedesca, l’Andromeda.
L’imbarcazione è poi effettivamente finita nel mirino degli inquirenti nel luglio del 2023, quando è stata analizzata a fondo, scoprendo tracce di esplosivi. Una vicenda che, unita all’impossibilità di sapere come vengono usate le armi fornite dall’Occidente a Kiev e all’invasione della regione russa di Kursk, dovrebbe far riflettere sull’opportunità di richiamare Zelensky all’ordine. Invece, per il momento, l’Occidente mantiene il silenzio, e il governo tedesco di Olaf Scholz, con non poco imbarazzo, ha fatto sapere che l’inchiesta sul presunto sabotatore ucraino dei Nord Stream 1 e 2 “non incrinerà i rapporti con l’Ucraina”, confermando che la Germania continuerà a garantire “che sosterremo Kiev per tutto il tempo necessario”.