L’estate 2024 verrà ricordata come quella in cui l’Italia ha vissuto un paradosso ferroviario: la “metropolitana d’Italia”, quell’alta velocità che doveva unire il Paese da Nord a Sud, si è rivelata un colabrodo di inefficienze, disservizi e cantieri infiniti. I viaggiatori, spesso lasciati in balia di ritardi e guasti, si trovano sempre più spesso a vivere vere e proprie odissee tra treni soppressi, soste interminabili e coincidenze mancate. Eppure, di fronte a questa debacle, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sembra non trovare né il tempo né la voglia di rispondere ai disagi che stanno affliggendo milioni di italiani.
Italia bloccata: il calvario dei trasporti a rotaia
Da Milano a Roma, il viaggio si è trasformato in una roulette russa: a ogni biglietto staccato, il passeggero si domanda se arriverà a destinazione nei tempi previsti o se dovrà armarsi di pazienza e rassegnazione. I cantieri programmati, certamente necessari per rimettere in sesto una rete logora, hanno allungato i tempi di percorrenza di 80-120 minuti, quando va bene. Ma non sono solo i lavori a creare problemi: incendi, guasti e allarmi bomba hanno reso il viaggio ferroviario un vero calvario.
In Puglia, per esempio, tra marzo e luglio, i ritardi hanno raggiunto punte di 400 minuti, un lasso di tempo che suona come una beffa, una presa in giro per chi aveva pianificato una vacanza o un impegno lavorativo. Il segretario generale della Uiltrasporti, Marco Verzari, ha lanciato l’allarme sulle aggressioni al personale ferroviario, causate dall’esasperazione dei viaggiatori. Una tensione sociale che, però, sembra non destare l’attenzione del ministro Salvini, che preferisce concentrarsi su temi di facciata, trascurando il malcontento crescente tra la popolazione.
Italia bloccata: non si salva nemmeno il Nord
La situazione al Nord non è migliore. A Torino, la frana del Frejus ha bloccato la linea per Parigi fino a marzo 2025. A Milano, lo scorso giugno, un guasto ha portato alla cancellazione di 200 treni in un solo giorno. E ora, tra il 17 e il 30 agosto, ci sarà da fare i conti con la chiusura della linea Torino-Genova, che costringerà i passeggeri a sopportare due ore di viaggio in più. La Liguria e il Veneto, come molte altre regioni italiane, sono diventati veri e propri campi di battaglia, dove i treni si muovono a passo di lumaca tra un cantiere e l’altro.
Negli ultimi mesi, sono stati attivati 1.400 cantieri lungo 165 chilometri di linee ferroviarie in tutto il Paese, un numero record che testimonia l’urgenza di interventi su una rete ormai obsoleta. Tuttavia, questi lavori, pur necessari, hanno finito per aggravare una situazione già critica, con conseguenze pesanti per i passeggeri. Le cronache degli ultimi mesi parlano di un continuo aumento dei disservizi: i ritardi e le cancellazioni si moltiplicano, e le soluzioni alternative, come i bus sostitutivi, si rivelano spesso inadeguate e fonte di ulteriori disagi.
Italia bloccata: il purgatorio dei passeggeri
Nel frattempo, i passeggeri si trovano a fare i conti con una realtà sempre più difficile da accettare. Il viaggio in treno, che un tempo era sinonimo di comodità e velocità, è diventato un’incognita, con un numero crescente di persone costrette a rivedere i propri piani a causa di ritardi e cancellazioni. Eppure, mentre i problemi si accumulano e i cantieri continuano a crescere, il ministro Salvini non ha ancora fornito risposte concrete ai milioni di italiani che ogni giorno si trovano a fare i conti con un servizio sempre più inefficiente.
Il leader della Lega negli ultimi giorni ha parlato di sesso dei pugili, del razzismo degli antirazzisti, della Vespa che va salvata dal Green deal, di un aereo caduto in Brasile. Di ritardi ne ha parlato solo in un’occasione, a proposito del traghetto per la Calabria per dirci che serve il Ponte sullo Stretto.