“Non è iniziato il 7 ottobre, il massacro in Palestina deve essere fermato subito”. Parla Salman, Comunità palestinese Roma: “Certa informazione è ipocrita e falsa”

“Non è iniziato il 7 ottobre, il massacro in Palestina deve essere fermato subito”. Parla Salman, Comunità palestinese Roma: “Certa informazione è ipocrita e falsa”

“Non è iniziato il 7 ottobre, il massacro in Palestina deve essere fermato subito”. Parla Salman, Comunità palestinese Roma: “Certa informazione è ipocrita e falsa”

Yousef Salman, Responsabile della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio e Delegato della Mezza Luna Rossa in Italia, affronta con lucidità e dolore l’analisi del conflitto mediorientale.

Dottor Salman, non ha l’impressione che parte dell’informazione e della politica voglia lasciar credere che il conflitto israelo-palestinese sia nato il 7 Ottobre? Cosa ne pensa?
“È un problema, è vero, anche nostro, però di più per certa e maggioritaria informazione vergognosa. Si capisce molto bene che qualcuno ha dato l’ordine che la Palestina, doveva scomparire da tutti i mezzi d’informazione. Il modo con il quale viene gestita e trattata la questione palestinese da parte dell’informazione è la conferma che è una informazione, ipocrita, falsa e manovrata. Il compito dell’informazione è raccontare i fatti e la verità, cosa da cui questa informazione è lontana anni luce”.

È legittimo pensare che Israele, dopo la reazione all’attacco terroristico subìto, stia usando la lotta ad Hamas come mezzo per raggiungere altri obiettiv? Se sì quali?
“È un ordine dall’alto, raccontare in senso unico e la stessa falsa tese, da parte dell’informazione e della politica di regime. Israele è nato e va da sempre avanti insieme ai suoi protettori ed alleati sulla base chel a bugia ripetuta 40 volte alla fine diventa verità. Questo è un conflitto che va avanti, ufficialmente da più di 76 anni, dalla nascita dello stato di Israele sulla terra palestinese e non dal 7 ottobre 2023, come qualcuno vuole far credere. Dal 2006 da quando Hamas ha vinto le elezioni in Palestina, abbiamo subito 5-6 aggressioni, massacri e qualche folle le chiama “guerre”. Come si fa a chiamarle guerre se le guerre di solito succedono fra due parti alla pari, fra due stati, fra due eserciti? Qui si tratta di un disco rotto che si ripete ogni 3-4 anni, di un vero massacro, un genocidio e un vero sterminio, dal momento che Israele non ha mai riconosciuto effettivamente l’esistenza della Palestina e del suo popolo”.

La prima stesura dell’ipotesi dei “due stati”, per la soluzione del conflitto risale alla risoluzione 181 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947. Una soluzione ancora possibile, o una formula ormai vuota?
“Non basta la condanna della Corte Internazionale e le Risoluzioni dell’Onu. Israele sta compiendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Se Israele aveva subito un attacco terroristico, bastava rivolgersi agli Enti di Giustizia Internazionale e all’Onu, è il comportamento di un paese normale e civile, ma dal momento che si considera al di sopra di tutto e di tutti, al di sopra delle regole e delle leggi, forte del sostegno e dell’appoggio degli Usa e delle potenze coloniali occidentali, a tutti i livelli, si autoproclama da solo il diritto alla risposta, all’uso della forza militare a punire ulteriormente coloro che massacra, negando ogni diritto ed esistenza. Israele usa Hamas, del resto definito dalle potenze occidentali come “organizzazione terroristica”, per distruggere e assassinare decine di migliaia di palestinesi sotto gli occhi, nel silenzio e con la complicità di certi paesi “civili e democratici”, per completare i suoi piani di occupazione totale della Palestina e la realizzazione del programma politico sionista, rappresentato dalla bandiera israeliana, del “grande Israele”, dal Nilo in Egitto, fino all’Eufrate in Iraq e in mezzo la stella di David”.

In America una caldissima campagna elettorale per le Presidenziali di Novembre. Quali le possibili ricadute di queste elezioni sul conflitto mediorientale e come ha giudicato l’operato di Biden a riguardo?
Esistono più di 900 risoluzioni dell’Assemblea Generale e più di 87 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Israele non ne ha mai rispettato una, nemmeno quella del 181 che ha sancito la sua creazione sulla terra palestinese. Saddam Husein aveva violato, solo una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e cosa è successo all’Iraq? È stato invaso, occupato e distrutto, è un paese con 7mila anni di storia, quasi due milioni di iracheni morti e una decina dispersi nel mondo. È stato distrutto l’Iraq e ricordiamo Colin Powell all’Onu, prima dell’attacco, a mostrare le prove che Saddam possedeva “armi di distruzione di massa”. Qualcuno ha visto qualcosa o sono stati puniti i responsabili del progetto falso e criminale? Mai. Se andassimo a chiederlo alla maggioranza di questi giornalisti e i politici che riempiono le trasmissioni televisive di quasi tutti i canali Tv, che ripetono come i pappagalli il diritto di Israele alla “difesa e all’esistenza”, quale è la soluzione del conflitto mediorientale? Tutti a bocca aperta e ad alta voce rispondono: Due stati per due popoli. Andiamo a ricordargli che l’Italia e l’Europa hanno riconosciuto lo stato di Israele 76 anni fa e voi dite, due stati per due popoli, allora perché non riconoscete lo stato di Palestina? Che imbarazzo! È questo il problema che i palestinesi sono destinati a pagare l’eterna ipocrisia, dell’impotenza, dell’irresponsabilità e della codardia dell’Europa a farci pagare una colpa per qualcosa che non abbiamo commesso e della quale non abbiamo nessuna responsabilità, quella dell’orrendo Olocausto e che del resto è un problema europeo. Di solito i problemi con il trascorrere del tempo vanno verso una soluzione, quello mediorientale, tutto al contrario, evolve invece di male in peggio. È possibile con tutte le risoluzioni Onu e il voto della maggioranza assoluta dei paesi del mondo? Si, è possibile, perché sua maestà imperiale non vuole perché non è nel suo interesse risolvere il problema. Israele semplicemente è un progetto imperialista-capitalista-colonialista dell’impero occidentale nel cuore del mondo arabo, è la base avanzata e il cane di guardia per gli enormi interessi economici, controllo, dominio e sfruttamento dell’impero Usa in Medioriente e nel Mediterraneo, cuore del mondo. Perciò Israele non si tocca e a Israele è permesso tutto”.

Sul versante europeo, dopo più di 300 giorni di conflitto in cui donne e bambini continuano a essere uccisi, ritiene ci sia stata un’azione diplomatica sufficientemente forte in direzione della pace?
“In America esiste un sistema capitalistico nel quale l’individuo purtroppo conta poco, del quale siamo tutti servi e vittime. A parole e sulla carta, bello e perfetto, ma in realtà uno studio svedese parla di 39 focolai di guerra, tensione, violenza e sofferenza. Il mondo in fiamme, guerra, distruzione e morte dappertutto, manca solo il ricorso alle armi atomiche, come le sue preoccupazioni anche di Papa Francesco certificano. L’Europa per noi palestinesi è sempre stata una grande delusione, Arafat in passato sperava in un ruolo determinate e positivo e sosteneva sin dall’inizio che finché il conflitto mediorientale e la questione palestinese rimaneva fra le due superpotenze d’allora, gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica, non si risolveva nulla, quindi abbiamo bisogno di un terzo polo, di una terza superpotenza, cioè l’Europa. Però non ha voluto o potuto avere un ruolo che rispecchia la sua vera forza e potenza. Perciò alla fine ha cominciato a usare il termine potenza economica, ma nano politico, sempre all’ombra della prepotenza imperiale Usa”.

Da giorni si attende la rappresaglia annunciata di Teheran contro Israele, colpevole di aver fatto fuori il numero uno di Hamas Haniyeh. Se non scongiurato, che tipo di escalation può determinare questo attacco?
“Il detto arabo dice: il cane cha abbaia molto, non morde mai. Ringraziamo i milioni di giovani e studenti che hanno riempito le piazze d’Italia, d’Europa persino in America per denunciare, condannare la politica americana e il suo mastino contro il popolo palestinese, chiedendo il cessate il Fuoco, Stop al Genocidio e la fine dell’occupazione e dell’apartheid in Palestina”.

Eppure, secondo il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, siamo “più vicino che mai un accordo sul cessate il fuoco”. Lo ritiene uno scenario credibile?
“La settimana scorsa è intervenuto il rappresentante della Palestina all’Onu in una riunione del Consiglio di Sicurezza, dicendo: ma se voi 15 membri del Consiglio di Sicurezza e fra di voi i 5 membri permanenti, dopo quasi 10 mesi di genocidio e dopo aver votato tante volte il cessate il fuoco e non potete fermare il massacro, allora chi lo dovrà fare? Questa è la triste e tragica realtà. Comunque i palestinesi da quando sono nati continuano a pagare la loro voglia e sete di libertà e giustizia, prima di noi, lo hanno fatto tantissimi popolii, compreso quello italiano. Noi siamo sulla vostra strada, avete liberato il vostro paese dall’occupazione straniera, quella nazi-fascista e alla fine avete festeggiato la vostra Festa di Liberazione e il vostro 25 aprile. Noi siamo sulla stessa strada, l’ingiustizia non può durare per l’eternità. L’Algeria ha lottato più di 138 anni per liberarsi dal colonialismo francese e noi grazie all’eroica Resistenza del grande nostro popolo e alla grande solidarietà di tutti gli uomini e i popoli liberi ed onesti nel mondo, anche noi al più presto festeggeremo la nostra Giornata della Liberazione e il nostro 25 aprile”.