Alla fine, nonostante il rinvio della pratica a data da destinarsi – ennesimo e maldestro tentativo di prendere tempo – il governo è riuscito a scontentare persino i balneari che ha provato in tutti i modi a soddisfare. Anche se, allo sciopero di domani, gli stabilimenti si presenteranno alla rinfusa.
Per due ore, dalle 7.30 alle 9.30, i signori degli ombrelloni incroceranno le braccia per protestare proprio contro il governo per i mancato intervento a salvaguardia delle concessioni, scadute lo scorso 31 dicembre dopo lo stop alle proroghe imposto dal Consiglio di Stato. Né il rinvio del provvedimento deciso dal governo, sfidando il deferimento alla Corte Ue da parte della Commissione europea, è bastato a spegnere l’incendio.
Balneari sul piede di guerra, domani sciopero di due ore. La mobilitazione contro il governo: si prevede un’adesione all’80%
Sebbene tra gli stessi balneari si registrino divisioni. A proclamare l’astensione sono state Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti ma ieri Assobalneari ha preso le distanze dall’iniziativa chiamandosi fuori.
“Prevediamo un’adesione sostenuta, dell’80% e oltre dei nostri iscritti, alla mobilitazione in programma domani nel comparto balneari che prevede l’apertura ritardata degli ombrelloni”, ha spiegato a LaPresse la Fiba-Confesercenti, chiarendo le ragioni della mobilitazione per chiedere ancora una volta al governo di intervenire per “evitare lo stato di confusione che si sta generando nel comparto balneare italiano e, ancora di più, nelle famiglie e nelle imprese che hanno investito e creduto in un regime legislativo che riconosceva dei diritti che oggi non ci sono più”.