Si parla spesso del sovraffollamento delle carceri italiane e delle possibili soluzioni, ma quando c’è da passare dalle parole ai fatti, la questione sparisce dai radar oppure si adottano misure che non riescono ad affrontare l’emergenza. Stando a quanto dichiara Antigone, l’associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, non fa eccezione nemmeno il recente decreto carceri del governo di Giorgia Meloni, che doveva alleviare la pressione sui penitenziari, ma che rischia di trasformarsi in un flop.
“Nei primi 7 giorni di agosto ci sono stati quattro suicidi nelle carceri italiane. Sono 65 da inizio anno. Dal 1992 ad oggi solo in tre casi, ma a fine anno, si erano raggiunti numeri più alti”, spiega Antigone.
Il decreto Carceri non affronta il problema del sovraffollamento. L’Associazione Antigone boccia il governo
“Nel frattempo è stato definitivamente approvato il decreto legge carceri che non interverrà minimamente sulle problematiche attuali del sistema penitenziario” in quanto “prevede lo stanziamento di oltre 1 milione di euro in un anno e mezzo per il funzionamento del commissario all’edilizia penitenziaria, nonché l’assunzione di mille agenti penitenziari entro il 2026, utili malapena a sostituire i pensionamenti”, si legge nella nota dell’associazione.
“Noi avevamo chiesto che quel milione di euro fosse investito per dotare le carceri di più telefoni e per liberalizzare le telefonate e che, oltre all’assunzione di agenti, fossero assunti anche altre figure professionali, dagli educatori agli psicologi, ai medici e agli infermieri”, conclude Antigone, secondo cui la situazione potrebbe addirittura peggiorare in futuro con l’approvazione del disegno di legge sulla Sicurezza che rischia di causare un ulteriore affollamento dei penitenziari.