Con la nomina sancita dal Consiglio dei ministri, Daria Perrotta entra nella storia d’Italia come la prima Ragioniera dello Stato. Un nome su cui si è speso con decisione il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, solitamente molto prudente nelle dichiarazioni, affermando, al termine del CdM, che “è brava, lo dicono tutti e ho pensato di indicarla”. Del resto “ha lavorato anche per governi non di centrodestra”.
Insomma, un nome super partes che, per il titolare del MEF, saprà accontentare tutti. Difficile dargli torto perché Perrotta è più che qualificata, potendo contare su due lauree, una in Scienze Politiche e una in Giurisprudenza, a cui si aggiunge pure un master in Econometria applicata. Nel suo curriculum spicca la lunga esperienza come documentarista in Commissione Bilancio, da ottobre 2000 a giugno 2020. Proprio qui la sua strada professionale si intreccia con quella del ministro Giorgetti, che ha presieduto la commissione dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2013, e che poi l’ha voluta al MEF come direttrice dell’ufficio legislativo.
Daria Perrotta, chi è la prima donna designata alla Ragioneria generale dello Stato
Questo, però, non è il suo primo incarico in un governo. Anzi, proprio come affermato da Giorgetti, Perrotta ha fatto parte anche di esecutivi di altro colore. Il primo incarico è stato in qualità di consigliere giuridico di Maria Elena Boschi quando era ministra per le Riforme nell’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Poi ha fatto parte, questa volta in qualità di coordinatrice delle attività dell’Ufficio di Segreteria del Consiglio dei Ministri, anche del primo governo gialloverde di Giuseppe Conte.
È stata consigliere per gli Affari Economici del ministro della Cultura Dario Franceschini, poi capo di Gabinetto di Roberto Garofoli nel governo di Mario Draghi. Nel suo curriculum figura anche un passaggio alla Procura lombarda della Corte dei Conti come sostituto procuratore generale. Una nomina fatta dal CdM su cui bisognerà attendere il parere della Corte dei Conti per insediarsi nel ruolo e prendere il posto di Biagio Mazzotta, recentemente nominato alla presidenza di Fincantieri.
Un addio, quello di Mazzotta, criticato dal PD che aveva accusato il governo Meloni di spoils system, dando il via a una polemica che, però, è rientrata, come si capisce dalle parole del senatore dem, Filippo Sensi, che parlando di Perrotta ha detto di conoscere “personalmente la sua competenza, solidità e conoscenza al laser del bilancio dello Stato. Viatico per un mandato equilibrato e responsabile, come si conviene in quel ruolo”.