Ci ha messo meno di sei giorni Giovanni Toti, da quando ha lasciato gli arresti domiciliari e ha ricevuto il rinvio a giudizio per corruzione e finanziamento illecito, per planare a Roma e chiedere uno scudo protettivo per i presidenti delle regioni dalle indagini della magistratura. Forse un record.
Toti vuole l’immunità
“Credo che le immunità della politica siano calate oltre ogni limite seguendo un certo populismo e un certo giustizialismo”, ha detto tra un incontro e l’altro con i leader del centrodestra. È stato dopo il faccia a faccia con Maurizio Lupi che l’ex presidente della Liguria ha lanciato l’invettiva (pro domo sua). “Si ritiene che la politica e chi fa politica abbia dei privilegi – ha attaccato – e sono stati tolti senza tenere conto che quei privilegi non sono per chi li incarna, ma privilegi del potere popolare che li rappresenta. Io credo che servirebbe un allargamento delle immunità dai parlamentari ai ministri, perché vedere un ministro dell’Interno che per le sue politiche sull’immigrazione è processato per sequestro di persona, credo sia qualcosa di surreale per un Paese normale e civile. E penso che anche i sindaci i governatori dovrebbero avere una protezione – conclude – che non è per Toti, ma è protezione del mandato popolare che ti è stato affidato”.
L’attacco alle procure di Genova e Palermo
In poche frasi Toti – pur parlando di sé in terza persona – è riuscito ad attaccare le procure di mezza Italia: da quella di Genova, “rea” di averlo indagato e quella di Palermo, che ha addirittura mandato a processo Matteo Salvini, imputato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito, quand’era ministro dell’Interno, lo sbarco dei migranti salvati dalla nave dell’ong spagnola Open Arms. E a ribadire che se ti votano, nessuno ti può indagare. Proprio perché ti hanno votato.
C’è molto affetto tra Salvini e Toti
Del resto, l’asse Toti-Salvini è più saldo (e affettuoso) che mai: “Sono stato contento di vedere Salvini, che è stato sicuramente tra le persone a me più vicine e più affettuose insieme alla mia famiglia e anche politicamente più determinate nel segnalare anomalie dell’inchiesta”, ha detto dopo averlo incontrato al Mit. Un affetto contraccambiato per bocca del vice-ministro Edoardo Rixi: “La Liguria ha registrato nell’ultimo triennio una crescita record, oltre la media nazionale in diversi settori chiave, con passi avanti da gigante in termini di investimenti e nuove opere. Un patrimonio che non può essere disperso”.
Anche Tajani contro i magistrati
Ma a picchiare contro i magistrati ci si è messo anche il vice-premier Antonio Tajani: “È singolare che ci sia un processo mentre si fa campagna elettorale in Liguria. Sono perplesso: così si tenta di condizionare il voto”, ha detto riferito all’udienza dove Toti sarà alla sbarra fissata per il 5 novembre, mentre la Liguria voterà il 27 e 28 ottobre.
“La stragrande maggioranza dei magistrati italiani credo avrebbe fatto scelte diverse da quelle fatte in Liguria. Tra l’altro il candidato avversario è l’ex ministro della Giustizia”, ha aggiunto Tajani riferendosi all’esponente del Pd Andrea Orlando.
“È tutto un po’ troppo politicizzato, condivido le parole del ministro Nordio. E se Toti viene assolto che succede? Viene chiamato e rimesso a fare il presidente della Regione? Una parte minoritaria della magistratura non può sostituirsi alla politica, chi guida le istituzioni viene eletto dal popolo, non ha vinto un concorso”, ha rimarcato il ministro degli Esteri. Certo, poi sarebbe da chiedersi se è normale che un vice-premier possa parlare a nome della maggioranza dei magistrati per criticare l’operato non di una procura, ma di un intero tribunale. Sì, perché Toti è passato sotto l’esame di un Gip (giudice) e del Riesame (tre giudici), e tutti hanno constatato i pesantissimi indizi di colpevolezza, tanto che la Procura ha chiesto il giudizio immediato, proprio perché sicura delle prove…
Toti nega che Toti deciderà per il dopo-Toti
Infine Toti, nel suo tour, ha negato il suo ruolo di decision maker delle elezioni liguri per il centrodestra. Sulla scelta del prossimo candidato presidente ha infatti detto: “Come ho ripetuto a tutti, non sarà la scelta di Toti, Toti benedice tutte le candidature che vengono dall’esperienza politica che ho avuto il piacere e l’onore di guidare. Per me tutti gli assessori della mia giunta sono perfetti candidati, così come tutti i sindaci della Liguria della nostra parte politica. Io darò una mano al candidato che tutti insieme troveremo migliore. Onestamente non vedo una guerra né una battaglia né un braccio di ferro”. E se lo dice lui (parlando di Toti), c’è da crederci.