Si torna a parlare di tassa sugli extraprofitti, esattamente un anno dopo il tentativo poi rimangiato dal governo nell’agosto 2023. Francesco Silvestri, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, stavolta crede che si possa effettivamente arrivare a un prelievo sugli utili extra?
“Per prima cosa ci tengo a dire che se si farà qualcosa sul tema degli extraprofitti sarà solo perché io e il Movimento 5 Stelle, nonostante i tanti no del governo, non abbiamo mai smesso di batterci. Naturalmente io spero che l’esecutivo faccia qualcosa in tal senso, ma ci credo poco. Fino ad ora il governo Meloni ha dimostrato di guardare unicamente agli interessi delle banche e delle grandi industrie belliche, energetiche e farmaceutiche. La Destra sociale meloniana si è ormai definitivamente accomodata nei salotti”.
Da subito, dopo le prime indiscrezioni, è emersa la spaccatura nella maggioranza con la protesta di Forza Italia: si tratta di un’altra dimostrazione che nel governo non c’è accordo su nulla?
“Questo governo sta insieme prevalentemente per sete di potere. In Europa sono divisi e in Italia si tirano una bordata dietro l’altra. Poi però, quando si tratta di fare favori agli amici e agli amici degli amici, vanno perfettamente d’accordo”.
Finora il governo non è sembrato molto incisivo dal punto di vista degli interventi su grandi poteri come quelli di banche e big energetici: crede davvero che possa cambiare qualcosa e la linea di Meloni diventi più dura?
“Non credo proprio. Erano duri quando gli servivano i voti dei cittadini. Ora preferiscono stringere le mani “giuste” e sedersi su comode poltrone”.
Crede che questa sia una sorta di mossa della disperazione, dettata dalla mancanza di risorse per le manovra?
“I soldi ci sono e ci sono sempre stati. Solo che non vogliono prenderli da chi li ha, ma toglierli a chi ne ha già pochi. Un esempio? Ricordo che hanno spalmato quasi un miliardo di debiti delle squadre di calcio della serie A. Non mi risulta che ai cittadini sia concesso fare lo stesso”.
L’anno scorso il governo ha tentato un blitz improvviso sul tema ad agosto, ora se ne parla di nuovo in piena estate: perché sempre in questo periodo, c’è la volontà di nascondere un intervento che per la destra, con una nuova tassa, può essere impopolare?
“L’anno scorso hanno fatto una figuraccia e temo che quest’anno faranno lo stesso. Comincio a pensare che il sole estivo gli faccia dire una cosa, ma poi farne un’altra. Chiamatela tradizione del Papeete, se volete”.
Lei ha presentato una proposta di legge proprio per tassare gli extraprofitti delle banche: cosa prevede la sua proposta? E pensa che si possa aprire anche un confronto tra governo e opposizione, vista la possibile unità d’intenti?
“Io spero che il governo ci ascolti e da parte nostra c’è una totale disponibilità al dialogo. La mia proposta di legge è semplice: tassare gli extraprofitti miliardari che le banche stanno facendo grazie al rialzo dei mutui e redistribuirli a chi paga rate più che raddoppiate. Mi rifiuto di accettare il fatto che nel nostro Paese le principali banche italiane abbiano fatto 30 miliardi di utili in un anno mentre i cittadini si indebitano per pagarle rate del mutuo aumentate di oltre il 70 per cento”.
Di fronte a profitti record per banche e assicurazioni, intanto in Italia cresce il rischio legato all’usura a causa dell’indebitamento delle famiglie legato anche all’inflazione. Da una parte c’è chi guadagna dal caro-prezzi e dall’altra chi è messo in ginocchio: in che modo si può intervenire, al di là della tassa sugli extraprofitti, per aiutare chi è maggiormente in difficoltà a causa del caro-vita?
“Mi occupo di usura da molto tempo e anche in questa legislatura ho depositato una proposta di legge per contrastarla. In Italia esiste un costante problema di indebitamento delle famiglie e le risposte non possono che passare dal sostenere chi è in difficoltà economica invece di colpevolizzare la povertà, che è purtroppo quello che fa il governo Meloni. Servono prevenzione, sostegno e solidarietà”.