“Ho avuto questa mattina due lunghe telefonate con il ministro degli Esteri libanese e con il ministro degli Esteri israeliano: siamo preoccupati per il rischio di una escalation nell’area, anche perché abbiamo circa tremila cittadini italiani che vivono in Libano e abbiamo due contingenti militari, uno dell’Unifil schierato fra Israele e Hezbollah e uno bilaterale di stanza a Beirut che si preoccupa dell’addestramento delle forze armate libanesi”. È quanto ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Usa, Italia, Germania e Gran Bretagna hanno già invitato i propri cittadini a lasciare il Libano
“Ho ribadito l’impegno dell’Italia a favore di una de-escalation – ha aggiunto Tajani – e ho ribadito anche la condanna dell’attacco contro la popolazione civile, chiediamo che venga applicata la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite che prevede l’allontanamento di Hezbollah ed evitare una ripresa delle ostilità. Noi lavoriamo per la pace e auspichiamo che un rafforzamento delle forze armate libanesi possa contenere la presenza di Hezbollah”.
“Abbiamo ribadito la necessità di un cessate il fuoco a Gaza e abbiamo parlato dell’operazione Food for Gaza, e abbiamo insistito perché l’Unione Europea accenda i riflettori sulla situazione siriana, per troppo tempo dimenticata, a dimostrazione di quanto l’Italia possa fare per favorire la pace e la stabilità nell’area del Medio Oriente”, ha concluso il ministro degli Esteri.
Tajani: “Siamo pronti a qualsiasi evenienza nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare”
“Seguiamo con grande attenzione non soltanto i nostri 1.200 militari che addestrano le forze armate libanesi – ha detto ancora Tajani -, ma anche i 3.000 italiani. Siamo pronti a qualsiasi evenienza nel caso in cui, e ci auguriamo che non accada, la situazione dovesse peggiorare. Ci impegniamo a fare tutto ciò che serve per tutelare l’incolumità degli italiani che vivono in Libano. Certamente oggi invitiamo gli italiani che sono in Libano alla massima prudenza. Chi può rientrare lo faccia. Sconsigliamo nella maniera più ferma di andare in quel Paese fin quando la situazione è così complicata”.
Anche il ministero degli Esteri tedesco ha invitato tutti i cittadini tedeschi che risiedono in Libano -circa 1.300 persone – a lasciare il Paese per il rischio di una escalation bellica, “finché c’è il tempo”. La compagnia di bandiera tedesca, Lufthansa, ha infatti sospeso fino a mercoledì tutti i voli con destinazione o transito a Beirut, data la situazione di tensione nella regione. La compagnia ha reso noto di aver cancellato temporaneamente cinque tratte da e per la capitale libanese, per “precauzione”. Lo stesso appello è stato rivolto anche ai cittadini britannici e americani