Dopo che un missile di Hezbollah ha colpito un campo da calcio in Israele, causando la morte di 12 bambini, non è tardata la reazione dell’esercito di Tel Aviv. Ottenuto il via libera alle operazioni militari in Libano con una riunione infuocata del governo di Benjamin Netanyahu, l’aviazione dello Stato ebraico ha bombardato “molto pesantemente”, come riferiscono fonti palestinesi, la città di Houla, nel sud del Paese.
Secondo il Times of Israel, che cita il sito di notizie palestinese Quds, l’attacco a Houla, che si trova a meno di un chilometro dal confine con la Galilea, giunge mentre gran parte del Libano meridionale si prepara a una rappresaglia israeliana per la strage che sabato è costata la vita a 12 ragazzi della comunità drusa.
L’aviazione israeliana ha colpito anche un’auto e una moto nel Libano meridionale, tra le città di Mays al-Jabal e Shaqra, causando un morto e quattro feriti.
Attacchi e contrattacchi tra Israele e Hezbollah
Come facilmente intuibile, Hezbollah ha subito ricambiato lanciando missili verso il nord di Israele, fortunatamente senza causare problemi. Ma la realtà è che la situazione al confine si sta surriscaldando, visto che il portavoce di Hezbollah, Jaafar Husseini, ha detto molto chiaramente che “se l’entità sionista (Israele, ndr) osa aumentare l’intensità delle operazioni sia a Gaza che in Libano, le nuove regole di ingaggio non saranno a suo favore. Qualsiasi operazione israeliana non sarà nell’interesse del suo malvagio sponsor: l’America”.
Un avvertimento che sembra presagire una possibile guerra aperta, tanto più se si pensa che Netanyahu ha letteralmente ignorato le parole di Husseini, dando il via libera all’aviazione israeliana che, con caccia e droni, ha martellato pure la Striscia di Gaza colpendo più di 35 obiettivi. Ma non è tutto. In contemporanea sono riprese anche le operazioni terrestri a Khan Younis e a Rafah.
Erdoğan sta con Hamas e Hezbollah
Quel che è peggio è che proprio gli ennesimi e violenti bombardamenti sulla Striscia di Gaza hanno infiammato ancor di più il Medio Oriente. A lasciarlo intendere è il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, che ha parlato esplicitamente della possibilità di invadere Israele in risposta all’operazione militare in corso a Gaza. “Dobbiamo essere forti affinché Israele non possa fare questo ai Palestinesi. Come abbiamo fatto in Karabakh e in Libia, possiamo fare lo stesso con loro”.
Parole a cui ha risposto il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, con un post su X in cui ha detto che “Erdoğan sta seguendo le orme di Saddam minacciando di attaccare Israele. Dovrebbe ricordare cosa è successo in Iraq e come è finita”. Sulla stessa linea anche il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, che ha detto che “Israele non accetterà minacce da un aspirante dittatore. Il presidente Erdoğan sta di nuovo farneticando, è un pericolo per il Medio Oriente. Il mondo, e soprattutto i membri della Nato, devono condannare con forza le sue oltraggiose minacce contro Israele e costringerlo a porre fine al suo sostegno ad Hamas”.