di Oscar Valori
Uno “scippo istituzionale” in piena regola, perpetrato alla luce del sole dal Governo ai danni di Milano e della Lombardia. E’ la sostanza dell’accusa che alcuni sindaci dell’hinterland nord di Milano lanciano avviando una vera e propria “crociata” in difesa di quasi 180 milioni di Euro già stanziati. A rischio sono due delle opere di viabilità infrastrutturale ritenute da tempo più urgenti per il territorio, la metrotranvia Milano-Limbiate e quella che dovrebbe collegare Milano a Seregno attraverso Desio, nel cuore della Brianza operosa. A capeggiare la “rivolta” è lo stesso assessore alla viabilità della Provincia di Milano, Giovanni De Nicola. Dietro di lui, compatti, amministratori pubblici di opposti schieramenti politici. Sotto accusa è il maxi emendamento alla Legge di Stabilità, approvato qualche giorno fa dal Senato. Due i passaggi di questo maxi-emendamento, in particolare, che vanno a rimettere in discussione l’esistenza stessa delle due opere, la prima delle quali classificata nel 2011 dal Cipe al primo posto tra gli interventi infrastrutturali nazionali più urgenti. “Al punto 51 del maxi emendamento – spiegano i sindaci in rivolta – viene stabilito che i finanziamenti statali per le opere tranviarie o di metropolitana per le quali non si è già proceduto all’affidamento dopo gara entro la data dell’entrata in vigore della legge di stabilità, vengano trasferiti per la realizzazione della tranvia di Padova”. La prima opera ad essere penalizzata è dunque la Milano-Limbiate, già finanziata con 60 milioni di Euro e ritenuta opera indispensabile in un’area altamente provata da inquinamento e congestione del traffico. La nuova destinazione di questi 60 milioni? Nientemeno che un’altra metrotranvia, che dovrebbe collegare Padova al suo amato stadio. Non una città come le altre, è l’ironia che serpeggia tra i “rivoltosi”, ma nientedimeno la città guidata sino a poco tempo fa e per quindici anni da Flavio Zanonato, attuale Ministro per lo Sviluppo. “Analizzando a fondo l’evoluzione di questa decisione – si spiega – si scopre che il Sindaco di Padova che si è sospeso dalla carica nominando ‘reggente’ il suo vice e il ministro delle Infrastrutture Lupi hanno concordato questa azione in tempi non sospetti”. Non sospetti i tempi ma pur sempre significativi i mezzi adoperati, considerata l’inopportunità di confermare il dirottamento dei fondi verso la città guidata per lunghi anni dall’attuale Ministro. Altro giro di ruota, altro “scippo”. “Al punto 60 dello stesso maxi emendamento – spiegano ancora i sindaci -viene stabilito che i finanziamenti pubblici per le opere inserite nel dossier Expo o contemplate nel tavolo infrastrutture della Regione Lombardia, presieduto dal Presidente Maroni, vengano revocati e conferiti in un fondo unico destinato ad opere ritenute indispensabili per Expo, su indicazione del commissario Sala in accordo con il Ministro delle infrastrutture Lupi”. A farne le spese questa volta sarebbe la Milano-Desio-Seregno, già appaltata e finanziata con 120 milioni di Euro dal Governo (su 214 milioni di costo complessivo). La sorte attuale? “Definanziata” a favore di un fondo unico pro-Expo. Il danno e la beffa, perché ora sarebbe concreto il rischio di andare incontro al pagamento di un risarcimento milionario.