Dal supporto all’Ucraina, all’esigenza di evitare l’escalation del conflitto in Medio Oriente e alla stizza per la nomina dello spagnolo Colomina come rappresentante speciale della NATO per il Mediterraneo. Questi sono stati i punti principali dell’intervento alla Camera del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per fare il punto sull’ultimo Consiglio degli Affari Esteri dell’UE, tenutosi il 22 luglio.
Tajani ha spiegato che durante la riunione con gli omologhi dei 27 Paesi membri c’è stato un “lungo confronto sul tema della prossima riunione informale dei Ministri degli Esteri” guidato dalla discussa presidenza ungherese. Su questo punto, Tajani ha detto ai parlamentari di aver spiegato “che noi, prendendo le distanze dalle iniziative di Orbán, non dobbiamo confondere l’istituzione con il governo: la presidenza è ungherese, non di Orbán”.
Subito dopo, ha spiegato di aver informato i suoi colleghi, durante il Consiglio UE, “dell’adozione del nostro nono pacchetto di aiuti militari” a Kiev e di aver “esortato tutti a superare i veti nazionali che al momento pregiudicano un utilizzo efficace del Fondo UE di Assistenza Militare all’Ucraina”, spiegando anche di aver “reiterato un messaggio fondamentale: noi non siamo in guerra con la Russia. L’Italia resta, ad esempio, contraria a qualsiasi ipotesi di invio di addestratori in Ucraina”.
La stizza di Tajani per la nomina voluta da Stoltenberg
Poi il ministro ha affrontato il tema dello smacco subito dall’Italia in sede NATO: “Come noto, il Segretario generale uscente della NATO, Jens Stoltenberg, ha annunciato la nomina di uno dei suoi vice, lo spagnolo Colomina, come suo rappresentante speciale per il Sud. Su mia istruzione, il nostro rappresentante permanente presso la NATO ha espresso immediatamente il disappunto italiano verso questa iniziativa, considerato il forte impegno che l’Italia ha profuso, in seno al gruppo di esperti e in Consiglio, per l’istituzione di questa figura”.
Infine, parlando del conflitto in Medio Oriente, ha detto di aver concordato con i colleghi di “continuare a inviare messaggi all’Iran perché contribuisca alla de-escalation” nella regione, dove il “conflitto rischia di ampliarsi” con conseguenze potenzialmente catastrofiche.