Orbàn, per essere andato in Ucraina e in Russia a perorare la pace, è stato isolato e delegittimato. Ma i nostri leader cosa vogliono? La guerra a oltranza?
Marina Bellei
via email
Gentile lettrice, l’espressione “più realista del re” indica chi per servilismo va oltre i desideri del suo padrone e sembra coniata ad hoc per i leader europei, inclusa l’Uk che quando si tratta di leccare i piedi all’America primeggia sempre. Per questo servilismo e per l’incapacità di esprimere una qualsiasi originalità politica siamo oggi sull’orlo di una guerra con la Russia, come era facile capire fin dall’inizio, quando la posizione logica dell’Ue sarebbe stata di terzietà: aiuti umanitari sì, accoglienza generosa dei profughi sì, ma posizione non belligerante, anche per proporsi come mediatori di pace. Invece è prevalso l’istinto dei servi, proni agli ordini di Biden e dei suoi guerrafondai. Adesso i leader Ue crocifiggono Orbàn perché incontra Zelensky e Putin per convincerli a negoziare. “Negoziare mai!” urlano i Pulcinella. Per poi scoprire il giorno dopo che l’aria è cambiata: Zelensky muore dalla voglia di negoziare e chiede di invitare Putin alla prossima conferenza di pace (dalla prima Putin fu escluso per volere di Zelensky e Usa). L’ex comico ha capito che se Trump tra quattro mesi vince le elezioni, l’Ucraina sarà spacciata in un batter di ciglia. Meglio acciuffare una brutta pace oggi che una pace devastante domani. E così i nostri Pulcinella, Arlecchino, Burlamacco e Brighella – Scholz, Macron, Meloni, Ursula, ecc. – appaiono per quel che sono: maschere del teatro dell’arte, ritratti viventi della mediocrità.