Un fronte più esteso di quel che sembra. Gli oppositori del bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, in Italia come in Ue, vengono un po’ da tutte le parti. Perché non ci sono solo i gruppi che si sono ufficialmente schierati contro la rielezione della tedesca alla guida dell’esecutivo comunitario, ma ci sono anche le singole delegazioni (all’interno di gruppi pro-Ursula) che hanno espresso voto negativo sul bis.
Andiamo con ordine: von der Leyen è stata confermata alla guida della Commissione con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astensioni. I franchi tiratori ci sono stati, come previsto: circa una cinquantina. Von der Leyen infatti godeva del sostegno di Popolari, Socialisti e Liberali, a cui aggiungere l’appoggio dichiarato dai Verdi. E non tutti, in questi gruppi, alla fine l’hanno votata altrimenti avrebbe raggiunto quota 454 Sì. A favore, tra le delegazioni italiane, hanno votato Forza Italia (Popolari), Pd (Socialisti) e Verdi. Ma anche in Italia sono stati tanti i No, a partire da quello che fa più rumore, arrivato dal partito della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia ha tenuto segreto fino all’ultimo il suo voto, annunciandolo solo a cose fatte e spiegando che la contrarietà della delegazione deriva dall’apertura a sinistra della maggioranza, nello specifico ai Verdi.
Il fronte del No al bis di von der Leyen
Nella plenaria di Strasburgo a votare contro von der Leyen sono stati i gruppi di estrema destra. A partire dall’Europa delle nazioni sovrane e dai Patrioti di cui fa parte anche la Lega. Un voto contrario annunciato e che non sorprende, con Matteo Salvini – così come, per esempio, il Rassemblement National francese – che parla di un “ennesimo inciucio” e di un “altro schiaffo a colpi di nuove tasse green, sbarchi e guerra, contro il voto di milioni di cittadini che chiedevano un cambiamento netto a Bruxelles”. Stessa posizione degli spagnoli di Vox che definiscono quello di ieri come “un giorno triste per la Spagna e per l’Europa”, ma anche un giorno “tremendo per la democrazia, la sovranità, la sicurezza e la prosperità”.
All’opposto, il voto contrario è arrivato anche dalla sinistra, dal gruppo The Left di cui fanno parte gli eurodeputati di Sinistra Italiana Ilaria Salis e Mimmo Lucano. Proprio per Salis ciò che il suo gruppo vuole “è un’Europa radicalmente diversa, basata sulla solidarietà e sulla giustizia sociale”. Del gruppo di The Left fa parte anche la delegazione del Movimento 5 Stelle, che ha votato contro il bis di von der Leyen anche perché – come spiega Pasquale Tridico – “abbiamo sentito parlare di transizione militare invece che di transizione ecologica”. Per il presidente pentastellato, Giuseppe Conte, non era possibile appoggiare la presidente della Commissione perché “non riteniamo che la soluzione sia mandare più armi in Ucraina e tramutare la transizione ecologica in transizione militare, siamo assolutamente coerenti”.
Le defezioni
Questi sono i No annunciati, poi ci sono le defezioni all’interno dei gruppi che hanno invece sostenuto von der Leyen. Tra i Verdi a votare Sì sono stati in 43, con 9 contrari (tra cui cinque francesi) e l’assenza (giustificata, per malattia) dell’italiano Ignazio Marino. Nel gruppo dei Liberali il voto contrario è arrivato dalla delegazione tedesca del Fdp e da un eurodeputato irlandese. Defezioni ci sono state anche nel Ppe (probabilmente tra sloveni, croati e francesi), meno – un po’ a sorpresa, considerando che von der Leyen è proprio la candidata dei Popolari – tra i Socialisti, dove si parla di soli due voti contrari. Anche se qualche dubbio c’è sulla delegazione francese del Pse, con qualche possibile voto in dissenso dal gruppo.