Dopo l’annuncio della settimana scorsa da parte degli Stati Uniti di voler dispiegare missili a lungo raggio in Germania, la Russia di Vladimir Putin ha dichiarato di stare valutando le “necessarie contromosse”. Secondo quanto dichiarato dal vice ministro degli Esteri di Mosca, Sergey Ryabkov, sul tavolo ci sono “tutte le opzioni possibili”, compreso il dispiegamento di sistemi simili dotati di equipaggiamento nucleare.
“Non escludo nessuna opzione, neanche il nucleare”, ha detto Ryabkov, che poi si è scagliato contro la Germania di Olaf Scholz e gli USA di Joe Biden, accusandoli di aver causato la “distruzione totale degli accordi nel campo del controllo degli armamenti” atomici. “In questa situazione, tenendo conto della totalità dei Paesi membri della NATO, dobbiamo calibrare le nostre risposte senza subire alcun vincolo interno, per così dire, in termini di cosa, dove e quando è possibile, necessario e se devono essere dispiegati”.
“Non è una minaccia per nessuno. È un modo per trovare l’algoritmo più efficace, anche dal punto di vista economico, per rispondere alle sfide che cambiano”, ha aggiunto il vice ministro.
Putin torna ad agitare la minaccia nucleare in risposta alla decisione degli USA di schierare missili a lungo raggio in Europa
Secondo il fedelissimo di Putin, “la Russia si sta preparando alla possibilità che gli Stati Uniti aumentino significativamente il loro potenziale nucleare in futuro e svilupperà i modi più efficaci e meno costosi per rispondere”. Una decisione che viene giustificata anche – e soprattutto – a seguito delle discussioni a Washington sulla riconversione dei bombardieri pesanti B-52.
“Da questo esempio vediamo anche che non ci sono più freni negli Stati Uniti per quanto riguarda la gestione del potenziale nel campo delle armi nucleari strategiche. Dobbiamo prepararci a tutti i tipi di scenari, compresi quelli indesiderati in termini di un possibile aumento significativo del potenziale nucleare da parte degli americani”.