Per chi cerca la pace il primo atto del nuovo Parlamento europeo non può che essere considerato un atto ostile.
Durante la prima sessione di voto della nuova legislatura l’Eurocamera ha approvato una risoluzione con 495 voti favorevoli, 137 contrari e 47 astensioni, che ribadisce il costante sostegno degli eurodeputati verso l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Il Parlamento chiede all’Ue e agli Stati membri di aumentare il loro sostegno militare all’Ucraina “per tutto il tempo necessario e in qualsiasi forma necessaria”.
E soprattutto fa sua la dottrina Stoltenberg. Ovvero quella avanzata dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Che prevede l’eliminazione delle restrizioni all’uso dei sistemi di armi occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo.
Il centrodestra italiano in frantumi sull’uso delle armi occidentali fuori dal territorio ucraino
Eppure l’Italia, anche attraverso i suoi ministri Guido Crosetto (FdI) e Antonio Tajani (FI), ma soprattutto con la premier Giorgia Meloni aveva bocciato la proposta Stoltenberg.
Tanto che dopo aver votato la risoluzione lo stesso Tajani si è precipitato a specificare che “non è vincolante”. La “posizione” dell’Italia “resta la stessa: non utilizzare armi fuori dal territorio ucraino”. E allora non si capisce perché l’abbia votata. Dal quartier generale europeo di Forza Italia non si esclude che il voto a favore su questo punto sia stato frutto di errore.
Fratelli d’Italia invece, sempre su questo punto, ha scelto di astenersi.
A non aver votato tutta la risoluzione sono stati Cecilia Strada e Marco Tarquinio, eurodeputati indipendenti eletti nelle liste dem.
Non ha votato a causa di problema tecnico con la scheda di voto anche la dem Lucia Annunziata. Contrari anche Ilaria Salis e Mimmo Lucano di Sinistra italiana e tre eurodeputati italiani dei Verdi, Cristina Guarda, Leoluca Orlando e Benedetti Scuderi – assente invece Ignazio Marino – che hanno votato in dissenso dal loro gruppo.
Contrari alla risoluzione Lega e M5S
I dem in realtà in una nota spiegano anche loro di aver votato la risoluzione fatta eccezione per la proposta di eliminare le restrizioni all’utilizzo di armi occidentali contro obiettivi militari sul territorio russo, su cui si sono espressi negativamente.
A bocciare tutta la risoluzione sono stati invece la delegazione della Lega e quella del Movimento 5 Stelle. Le motivazioni dei pentastellati sono note: la risoluzione è giudicata irricevibile per chi invoca la pace e contrasta l’escalation militare.
La Lega invece ha una ragione squisitamente politica e di parte. La risoluzione condanna le missioni in solitaria di pace di Viktor Orban come quella a Mosca.
“Prendiamo atto con rammarico, purtroppo senza stupore – dice il Carroccio – che anche nella nuova legislatura appena iniziata la maggioranza del Parlamento europeo si caratterizza per il suo atteggiamento strumentale. Il sostegno all’Ucraina, che la Lega non ha mai fatto venire meno in Italia e in Europa, è argomento troppo serio per essere utilizzato come strumento per colpire gli avversari politici, come invece sta facendo la maggioranza, che nella sua proposta attacca in maniera del tutto inopportuna la presidenza di turno dell’Ue”.
Ovvero quella ungherese. “Inoltre, chiedere di togliere le restrizioni all’uso delle armi contro obiettivi sul territorio russo è una richiesta che appare in contraddizione con la linea dello stesso Governo italiano”.
Orban in realtà viene difeso anche da Meloni. Il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza spiega che sul paragrafo relativo alle iniziative di Orban, “pur avendole già giudicate in maniera critica nei giorni scorsi, abbiamo votato contro la prima parte che conteneva un attacco strumentale al governo ungherese che nulla ha a che fare con le sorti dell’Ucraina”.