Se c’è un punto in comune tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, quello non può che essere il loro interesse alla delicata corsa alla Casa Bianca che, in un modo o nell’altro, rischia di pesare non poco sul conflitto in Ucraina. Ma a dividerli è senza dubbio la speranza su chi dovrebbe trionfare tra Joe Biden, per cui fa il tifo sotto traccia il presidente ucraino, e Donald Trump, che ha un ottimo rapporto con lo zar.
Inutile dire che il candidato repubblicano, che ha più volte detto di avere un piano di pace per l’Ucraina e di volersi disimpegnare dal teatro bellico, dopo l’attentato di sabato scorso sembra avere già un piede nella Casa Bianca. Certo, per il momento la partita è aperta, ma il vantaggio del tycoon sul candidato democratico, il quale paga le numerose gaffe e i problemi di salute, sembra pressoché incolmabile.
La probabile vittoria di Trump spaventa Zelensky
Lo sa bene Putin che gongola, ma lo ha capito anche Zelensky che, temendo il disimpegno americano, in queste ore sta lanciando messaggi al leader russo affinché si sieda il prima possibile al tavolo delle trattative. Infatti, il rischio per Kiev è che, se la guerra dovesse continuare a lungo, venendo meno il supporto degli Stati Uniti in caso di elezione di Trump, in futuro le condizioni per un cessate il fuoco potrebbero diventare ben più punitive di quanto non lo siano già ora.
Proprio per questo Zelensky ha detto di sperare che al prossimo vertice di pace, dopo quello fallimentare di metà giugno in Svizzera a cui non è stata nemmeno invitata la Russia, prenda parte qualche alto esponente del Cremlino. “Penso che i rappresentanti russi dovrebbero partecipare a questo secondo vertice”, ha spiegato il leader in una conferenza stampa, confermando di voler presentare un “piano completo” per “una pace giusta”.
Può sembrare poco, ma così non è. Infatti, a riprova dell’urgenza di chiudere il conflitto prima del probabile avvento di Trump, per la prima volta dall’inizio della guerra il presidente di Kiev non ha posto la condizione ‘sine qua non’ di un completo ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino per sedersi al tavolo delle trattative con Putin.
Trattare subito
Il problema per Zelensky è che, sul campo di battaglia, la Russia, seppur lentamente, continua ad avanzare. Per questo il Cremlino, al di là di frasi di circostanza, non sembra avere fretta di negoziare la tregua. Da Mosca, davanti alla mano tesa di Zelensky, il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, è apparso freddo spiegando che al momento non c’è “nulla da commentare”, ribadendo che non è ancora chiaro cosa intenda il presidente ucraino con “pace giusta”.
Del resto, come noto, il leader di Kiev ha più volte detto che non intende effettuare concessioni territoriali e che vorrebbe rientrare in possesso della Crimea. Posizioni che appaiono del tutto inconciliabili con quelle dello zar che, al contrario, nei mesi scorsi si è detto disponibile a negoziare la fine delle ostilità purché si tenga conto delle conquiste territoriali della Russia.
La mossa disperata di Biden contro Trump
Davanti a questo scenario, è inevitabile che tutti i riflettori siano puntati sulla corsa alla Casa Bianca. Così, mentre Trump viene osannato durante la convention dei repubblicani, con l’atteso discorso che terrà domani quando accetterà la candidatura, per Biden le cose vanno sempre peggio. Il candidato democratico, malgrado un asfissiante pressing del partito e dei finanziatori, continua a dire di non volersi ritirare.
In un’intervista a NBC News, l’attuale inquilino della Casa Bianca ha difeso la sua decisione di restare in corsa, ricordando che è “solo tre anni più vecchio di Trump”, assicurando che la sua salute mentale è “dannatamente buona”. “Sono vecchio”, ha ammesso Biden, ma “ho fatto più di quanto qualsiasi presidente abbia fatto da molto tempo in tre anni e mezzo. Sono disposto a essere giudicato su questo”.
Poi, nella stessa intervista, ha detto di essere “pronto per un secondo dibattito televisivo contro Trump a settembre”, assicurando di “non aver nessuna intenzione di ripetere la performance del precedente dibattito”. Un invito a cui, almeno per il momento, il tycoon non ha nemmeno risposto e che tanti opinionisti hanno definito come “la mossa della disperazione” di Biden per provare a ribaltare i pronostici che lo danno come perdente alle prossime elezioni.