I due sindaci del centrosinistra delle principali città italiane, Roma e Milano, rispettivamente, Roberto Gualtieri e Beppe Sala, sono in caduta libera nei consensi. A dirlo, l’annuale rilevamento “Governance Poll”, realizzato da Noto per il Sole 24 Ore sugli 80 sindaci delle principali città italiane.
Sala giù di 18 posizioni, ora è 19°
Il primo dato a colpire è il tonfo, di ben 18 posizioni, del sindaco (teoricamente) del Pd, Beppe Sala, passato in soli 365 giorni, dalla prima posizione del 2023 al 19° posto di oggi. Dal 65% dei consensi del 2023, quest’anno ha racimolato uno striminzito 57%, otto punti in meno.
Una caduta verticale dovuta, principalmente, agli umori del suo elettorato, che non ha gradito molte delle recenti prese di posizione del primo cittadino. A partire dalla nomina all’assessorato alla casa del ciellino Guido Bardelli, nome che ha gelato soprattutto i quadri del Partito Democratico.
Contro l’operato di Sala ha anche giocato tutta la partita dei cosiddetti “grattacieli fantasma”, ovvero le inchieste della procura sulle nuove realizzazioni immobiliari che per i pm avrebbero violato le norme edilizie.
Gualtieri perde 5 punti in un anno ed è penultimo in Italia
Ma se Milano piange, di certo Roma non ride. Anzi, si dispera. I lacrimoni sono dovuti alla (non) performance di Roberto Gualtieri. Il sindaco di Roma, infatti, può vantare un preoccupante penultimo posto in Italia, con appena il 45% degli intervistati che rivoterebbe per lui in caso di elezioni.
In un anno, Gualtieri, ha perso oltre 5 punti percentuali (nel 2023 era al 50%), ma il dato è ancora più significativo se relazionato con il gradimento nell’anno della sua elezione, cioè nel 2021, quando riceveva il 60,2% dei consensi. In tre anni, dunque, il sindaco della Capitale ha perso il 15,2% del gradimento dei cittadini.
Una classifica non certo edificante per chi si era fatto eleggere con la parola d’ordine di riportare la Capitale agli antichi fasti, dopo il “disastro di Virginia Raggi”.
Certo, il sindaco che ama suonare la chitarra può consolarsi con il triste primato del presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, che si piazza al terzultimo posto tra i presidenti di regione con il 47,5% dei consensi. Ma è una magra consolazione. Per Rocca la débacle è del 6,5%, visto che nell’anno della sua elezione il suo gradimento era al 54%.
A soffrire sono tutti i sindaci di centrosinistra
Ma a guardare la classifica, sono quasi tutti i sindaci del centrosinistra delle grandi città a soffrire: il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, si piazza al 57 posto: eletto nel 2021, nel 2023 aveva una percentuale di gradimento del 53,5%, ora è sceso al 51,5%. In 73esima posizione invece il sindaco di Verona, Damiano Tommasi: eletto nel 2022, nel 2023 aveva una percentuale di gradimento del 51,5%, ora è al 48%. Per poi stendere un velo pietoso su Giacomo Tranchida, i sindaco di Trapani: eletto nel 2023, è l’ultimo della lista con una percentuale di gradimento del 42% (-0,5% rispetto all’anno scorso).
Bene Guerra (Parma) e Manfredi (Napoli)
Magra consolazione per il centrosinistra la prima posizione raggiunta dal sindaco di Parma, Michele Guerra – che lo scorso anno era quarto – che si piazza davanti a tutti con un gradimento del 63%. Seguono il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi (62%) e quello di Ravenna Michele de Pascale (61%).
Appaiati al quarto posto ben sette sindaci con il 60% delle preferenze: Luigi Brugnaro (Venezia), Mario Conte (Treviso), Alessandro Canelli (Novara), Mattia Palazzi (Mantova), Matilde Celentano (Latina), Claudio Scajola (Imperia) e Giuseppe Cassì (Ragusa). Tra questi, solo Palazzi è di centrosinistra.