Dopo settimane di trattative per sciogliere il nodo dei ‘top jobs’ dell’Unione Europea, la data segnata di rosso sul calendario di Bruxelles è quella di giovedì 18, quando Ursula von der Leyen, salvo colpi di scena che appaiono imponderabili, verrà riconfermata alla guida della Commissione UE. Un appuntamento che verrà preceduto di pochi giorni, probabilmente martedì, dal confronto con Giorgia Meloni a cui la leader tedesca tornerà a chiedere un supporto, così da blindare la propria nomina dagli eventuali franchi tiratori, promettendo in cambio qualche delega.
Ursula apre ai Verdi per blindare la propria nomina
Difficile capire in anticipo come andrà questa trattativa perché per la premier italiana e leader del gruppo dei Conservatori europei (ECR), che rivendica un ruolo di peso per l’Italia, la strada è a dir poco in salita. Questo perché il suo gruppo, dopo l’exploit alle elezioni europee che lo aveva portato sul gradino più basso del podio dei partiti maggiori dell’Europarlamento, nel volgere di pochi giorni ha perso pezzi, scivolando al quarto posto e venendo superato dal neonato gruppo dei Patrioti europei di Viktor Orbán, a cui hanno aderito anche Vox, Rassemblement National di Marine Le Pen e la Lega di Matteo Salvini.
Ma non è tutto. I Conservatori non sembrano minimamente intenzionati a votare una maggioranza Ursula di cui farebbero parte i Liberali di Emmanuel Macron, i Socialisti e perfino i Verdi. Per questo l’unica arma contrattuale davvero in mano alla Meloni si riduce ai 24 europarlamentari eletti tra le fila di Fratelli d’Italia che, complice la richiesta di effettuare la votazione segreta, alla fine potrebbero scegliere di appoggiare von der Leyen.
A lasciar intendere che i giochi non sono fatti né in un senso né nell’altro, è ancora una volta il capodelegazione di Fratelli d’Italia e co-presidente di ECR al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, che è tornato a ripetere: “Il nostro voto per Ursula von der Leyen è negativo al momento. Martedì la incontreremo, la presidente esporrà il suo programma al nostro gruppo, noi esporremo le nostre richieste e le nostre proposte. Dopo di che vedremo. Quindi non abbiamo nulla contro von der Leyen ma abbiamo molto contro la piattaforma politica degli ultimi cinque anni”.
Proprio quel “vedremo” la dice lunga sul fatto che tutto può succedere e appare chiaro che per sbloccare la situazione, Ursula dovrà promettere un ruolo di peso alla Meloni. Come noto, la premier italiana ritiene che l’Italia debba essere rispettata, riconoscendo al nostro Paese un ruolo che le spetta di diritto. Tradotto in parole semplici, Palazzo Chigi spera in un commissario con deleghe di peso, e anche una vicepresidenza esecutiva.
Ursula vede il bis e per Meloni restano margini di manovra striminziti
Un ruolo gradito sarebbe quello dell’Agricoltura, che amministra fondi cruciali, ma il rischio è che la premier, rimasta sempre più sola in Europa, potrebbe doversi accontentare di un accordo al ribasso. Come noto, il nome su cui Meloni vorrebbe puntare è quello di Raffaele Fitto, anche se nella maggioranza c’è chi solleva dubbi perché si tratta del ministro che gestisce il delicato dossier del PNRR. Così, mentre la Presidente del Consiglio prende tempo per capire come muoversi, von der Leyen non si ferma e continua a cercare di incrementare la pattuglia di eurodeputati disposti a sostenerla.
La novità di queste ore è l’apertura ai Verdi, che con i loro 53 eurodeputati blinderebbero il bis di Ursula, ma questi ultimi pretendono un impegno scritto sulle politiche Green della prossima legislatura europea e anche l’esclusione dei Conservatori dalla maggioranza. Un ingresso nella maggioranza a sostegno della von der Leyen a cui sta lavorando da giorni e in prima persona la leader tedesca, una mossa che piace ai Liberali e ai Socialisti che così metterebbero in soffitta il rischio di un allargamento a ECR, ma che, ironia della sorte, trova forti resistenze nel Partito Popolare Europeo (PPE) che ha proposto Ursula come propria candidata.
A posizionarsi all’opposizione, senza sé e senza ma, ci saranno il gruppo di The Left – con cui Ursula avrà un confronto lunedì malgrado il partito abbia già annunciato il suo “no grazie” a sostenerne la candidatura – e i Patrioti europei di Orbán, che sono in aperto contrasto con la leader tedesca.