Il nuovo rapporto dell’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) dipinge un quadro preoccupante delle esperienze e delle percezioni degli ebrei riguardo all’antisemitismo nei paesi membri dell’UE. La ricerca, condotta tra gennaio e giugno 2023, rivela una realtà in cui l’antisemitismo è ancora profondamente radicato e diffuso, incidendo negativamente sulla vita quotidiana e sul benessere psicologico della comunità ebraica.
Antisemitismo: una presenza costante e pervasiva
Il rapporto evidenzia come l’antisemitismo sia onnipresente, sia online che offline. Un dato allarmante è che l’80% dei partecipanti al sondaggio percepisce un aumento dell’antisemitismo nel proprio paese negli ultimi cinque anni. Questa percezione, seppur leggermente diminuita rispetto all’88% del 2018, indica che il problema persiste con forza. Le manifestazioni più comuni includono contenuti antisemiti sui social media, vandalismo di istituzioni ebraiche, e discorsi d’odio pubblici.
L’impatto psicosociale sull’identità ebraica
Le esperienze di antisemitismo hanno un impatto devastante sulla vita degli ebrei nell’UE. Il 96% dei partecipanti ha riportato di aver incontrato manifestazioni di antisemitismo nell’anno precedente alla ricerca, con episodi che vanno dalla diffusione di stereotipi negativi, alla negazione del diritto di esistenza dello Stato di Israele, fino alla banalizzazione o negazione dell’Olocausto. Questi atteggiamenti non solo limitano la possibilità di vivere apertamente la propria identità ebraica, ma contribuiscono anche a un sentimento diffuso di insicurezza e paura.
Un problema di sicurezza
La sicurezza rimane una preoccupazione centrale. Il 53% degli intervistati teme di subire insulti o aggressioni verbali nei prossimi dodici mesi, mentre il 44% teme aggressioni fisiche. Questi timori non sono infondati, dato l’aumento delle minacce contro scuole, sinagoghe e altre istituzioni ebraiche, in particolare dopo gli attacchi di Hamas a Israele nell’ottobre 2023.
La difficoltà di denunciare
Un altro aspetto critico evidenziato dal rapporto è la scarsa propensione a denunciare gli episodi di antisemitismo. Solo il 26% degli episodi di antisemitismo online e il 28% degli episodi di molestie vengono denunciati alle autorità competenti. La principale ragione di questa reticenza è la percezione che nulla cambierà o che le denunce non verranno prese sul serio. Questo porta a una mancanza di giustizia per le vittime e a un senso di impunità per i perpetratori.
L’importanza di una risposta coordinata
Per affrontare efficacemente l’antisemitismo, il FRA sottolinea la necessità di una risposta coordinata da parte degli Stati membri dell’UE. Tra le raccomandazioni vi è l’implementazione di misure che facilitino la denuncia di episodi antisemiti, l’aumento della protezione fisica per le comunità ebraiche e la promozione della consapevolezza dei diritti di uguaglianza e non discriminazione. Inoltre, la collaborazione con le comunità ebraiche è essenziale per comprendere meglio le loro necessità e sviluppare strumenti pratici che possano migliorare la loro sicurezza e qualità della vita.
Il rapporto FRA 2024 evidenzia come l’antisemitismo continui a rappresentare una minaccia concreta e persistente per le comunità ebraiche nell’UE. È imperativo che le istituzioni europee e nazionali intensifichino i loro sforzi per combattere questo odio, proteggere i diritti delle persone ebree e promuovere una società più inclusiva e rispettosa. Forse il fatto che i cavalcatori dell’antisemitismo siano proprio i partiti anti solidali è il punto politico.