Lo yacht da 118 metri di Mark Zuckerberg è ancorato a Castellammare di Stabia. Ha 48 persone di equipaggio, un campo di basket, ecc. Ma Zuckerberg e i ricchi come lui non sono tenuti a limitare le emissioni inquinanti?
Orazio Orsetti
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Gentile lettore, la barchetta del deus di Facebook pare sia costata 300 milioni di dollari, senza contare gli elicotteri e i motoscafi di bordo. Dicono che consumi 1.165 litri di diesel per ogni ora di navigazione. La mia automobile impiega due anni per bruciare la stessa quantità di carburante. Però noi semplici mortali siamo avvelenatori dell’aria. Un mio amico vuole sostituire la sua auto con un’elettrica “per non lasciare un mondo inquinato alle nuove generazioni”, ma non ha il denaro per l’acquisto ed è disperato. Dal 2035 in Europa non potranno più essere vendute auto a motore termico, mentre yacht, navi, aerei di linea e jet privati non avranno limitazioni. Il mondo annaspa nel Co2, ma migliaia di ricchi potranno fare quel che vogliono, mentre noi saremo obbligati a usare sistemi elettrici finto-verdi la cui fabbricazione e ricarica implicano mostruose emissioni di Co2 a partire dal quando i minerali necessari vengono estratti dal sottosuolo e lavorati, fino alla realizzazione delle batterie, che dopo 8 anni saranno da buttare per essere sostituite con batterie nuove. Un’auto elettrica in media usa 207 kg di minerali inquinanti (cobalto, nickel, litio, ecc.) contro i 33,6 di un’auto termica. Sono discorsi qualunquisti? O il problema non è piuttosto la favola bella che ci illude, quella di Greta Thunberg, Ursula von der Leyen e tutti i furbastri di Bruxelles?
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