Secondo l’osservatorio Placido Rizzotto della Cgil, il fenomeno dello sfruttamento nelle campagne italiane riguarda 230mila lavoratori. Donne e uomini che vengono sfruttati e sottopagati. In media la paga è 20 euro al giorno per 10/14 ore di lavoro. L’ultima storia di abusi, schiavismo e caporalato, arriva dalle Langhe. Prende il nome da un arnese, un bastone di ferro, utilizzato per picchiare un bracciante tra i filari, a Neive (Cuneo), l’operazione Iron Rod, condotta dalla squadra mobile della questura di Cuneo e coordinata dalla Procura di Asti.
L’ultima storia di caporalato arriva dalle Langhe
Il responsabile dell’aggressione filmata da un cellulare, un caporale marocchino, è finito ai domiciliari insieme a un altro indagato, di nazionalità macedone. Per il terzo indagato, albanese, c’è il divieto temporaneo di svolgere attività professionali.
Si tratta di tre indagini separate, avviate un anno fa dalla mobile in seguito alle segnalazioni raccolte da sindacati e associazioni. In tutto sono una cinquantina i lavoratori identificati, perlopiù africani, coinvolti.
In un fabbricato di proprietà del macedone, a Mango, gli agenti hanno trovato diciannove migranti, quasi tutti extracomunitari: vivevano ammassati, in condizioni igieniche precarie, ma costretti a versare un affitto, che veniva trattenuto dalla loro già misera paga.
Lollobrigida incalzato da Pd e M5S alla Camera sul caporalato
Non potevano cadere in un giorno dunque più appropriato le interrogazioni che il Pd e il M5S hanno rivolto ieri al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sulle iniziative del governo contro il fenomeno del caporalato.
Nelle risposte fornite, Lollobrigida ha giocato sulla difensiva e ha, come al solito, fatto ricorso allo scaricabarile ingaggiando una polemica con il M5S su quello che non è stato fatto, a suo dire, sul tema dai governi che hanno preceduto l’esecutivo attuale. Le opposizioni hanno smontato punto per punto la sua requisitoria.
Il cognato d’Italia apre alla possibilità di modificare la Bossi-Fini? “Non è la prima volta che lo dice – replica il segretario di +Europa, Riccardo Magi – finora però abbiamo assistito alla totale immobilità del governo, nonostante numerose associazioni di imprese, Bankitalia e persino uno dei padri della legge, Gianfranco Fini, lo dicano apertamente. La nostra proposta di legge c’è ed è stata sottoscritta da tutte le opposizioni. Proprio la scorsa settimana abbiamo chiesto di calendarizzarla. Vedremo se il governo e la maggioranza dalle parole passeranno ai fatti”.
Il deputato del Pd Stefano Vaccari ricorda a Lollobrigida che il tavolo sul caporalato l’ultima volta che è stato convocato risale al dicembre 2022.
Dura la replica del M5S. “Il ministro non ci ha fornito alcuna delucidazione circa i ritardi sull’utilizzo dei 200 milioni di euro previsti dal Pnrr per il superamento degli insediamenti abusivi nei campi”, afferma il deputato pentastellato Alessandro Caramiello.
“Allo smemorato Lollobrigida – insiste – ricordo non solo che è stato grazie al M5S se è stato istituito il Tavolo caporalato, che dall’inizio della legislatura è stato convocato appena una volta, ma anche che fra il 2019 e il 2020, sempre grazie a noi, è stato disposto un significativo potenziamento del numero di ispettori INL proprio per raggiungere tale obiettivo”.
Cgil e UIl bocciano la patente a punti
Non solo. Dopo la morte di Roberto Maroni non è stato nominato ancora il suo successore alla guida della Consulta contro il caporalato.
Il ministero del Lavoro intanto illustra alle parti sociali una prima bozza del decreto attuativo della patente a punti. Ma Cgil e Uil vanno all’attacco: i crediti per le imprese, dai 30 iniziali potranno arrivare fino a 100, impedendo, con il solo meccanismo del taglio dei punti, la sospensione della patente e quindi dell’attività anche in casi di gravi infortuni sul lavoro.