La notizia era arrivata a fine maggio. Un decreto interministeriale (Economia-Giancarlo Giorgetti e Interni- Matteo Piantedosi), attuativo della scorsa legge di Bilancio, era pronto per essere emanato e prevedeva più tagli, con la spending review, per i Comuni che hanno ottenuto maggiori fondi dal Pnrr.
Poi il governo aveva deciso di mettere in pausa i tagli, gli ennesimi, ai Comuni. Una pausa temporanea ed elettorale, perché subito dopo le elezioni di giugno l’assalto agli enti locali sarebbe ripartito. E così è stato.
La denuncia del Pd: i tagli ai Comuni sono confermati
La denuncia arriva dal Partito democratico. “Il governo conferma il taglio quinquennale a migliaia di Comuni, penalizzando quelli che hanno preso più fondi Pnrr. Avevano congelato tutto solo per evitare contraccolpi alle elezioni”, ha dichiarato Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“I 250 milioni di tagli, – spiega Pagano – previsti in legge di Bilancio, tornano sul tavolo della Conferenza Stato-Città. I criteri dei tagli, che erano stati smentiti, li ritroviamo nel comunicato del ministero degli Interni sulla seduta del 27 giugno. È la conferma che intendono andare avanti nonostante in Conferenza non sia stata raggiunta un’intesa”.
Il governo conferma la sforbiciata agli enti locali
E il governo conferma tutto. Il taglio quinquennale di 250 milioni ai Comuni, che riguarda in particolare quei territori che hanno ricevuto più fondi del Pnrr, era stato approvato sette mesi fa con la legge di bilancio.
È quanto si apprende da fonti di governo, in cui si sottolinea che – in conferenza Stato Città – l’Unione delle province ha già dato parere politico favorevole mentre l’Associazione nazionale dei Comuni, pur approvando tecnicamente il provvedimento, per una questione formale ha dato parere politico sfavorevole. Come già previsto, si apprende ancora, la spesa sociale è esclusa dai tagli. Dunque i tagli ci saranno eccome.
“Nessun ripensamento da parte del governo”, prosegue Pagano, il quale parla di una “spending review che, contrariamente ad ogni logica, punisce i Comuni più attivi e partecipi nella spesa dei fondi Pnrr”.
“Se si lasciano i Comuni senza risorse per sostenere la spesa corrente delle stesse opere fatte col Piano, – conclude il deputato dem – vorrà dire che avremo finanziato cattedrali nel deserto e tradito la promessa di offrire servizi in più ai cittadini”.
La sospensione dei tagli dunque era solo momentanea, perché il ministro dell’Economia non ha alcuna intenzione di tornare indietro rispetto allo schema di decreto che prevede la sforbiciata di 250 milioni l’anno fino al 2028 agli enti locali.
I Comuni pronti alle barricate contro i tagli
Oggi, come già avevano fatto a fine maggi, i Comuni alzano la voce e si ribellano alla sforbiciata. “Nella prossima legge di bilancio chiederemo di rivedere il criterio di riparto del taglio nonché di ridurre il nostro contributo che sta causando non poche difficoltà in diversi Comuni”, ha affermato Alessandro Canelli, sindaco di Novara e responsabile Finanza locale dell’Anci.
“L’Associazione non è stata ferma in questi mesi, anzi si è battuta in ogni sede – sottolinea – per minimizzare gli effetti della spending review. Ad esempio con il recupero, ottenuto già in dicembre scorso, del Fondo Covid, che ha permesso di assegnare circa 70 milioni annui agli enti locali con una significativa riduzione degli effetti del taglio”.
E ancora: “Sulla parte che mette in relazione il taglio con gli stanziamenti Pnrr ottenuti dai Comuni, nella fase di negoziazione Anci è riuscita ad attenuare fortemente l’impostazione che era stata inizialmente messa in campo dal Mef – aggiunge Canelli – Il parere non favorevole espresso dai Comuni in Conferenza Stato Città nasce da un nostro dissenso di principio su questa impostazione del Governo”.
“L’azione dell’Anci andrà avanti e vedrà l’Associazione ancora in prima fila nell’impostazione della prossima legge di Bilancio, per ridurre al massimo i tagli subiti dai Comuni”.
E pensare che il ministro Raffaele Fitto, con delega al Pnrr, aveva frenato sui tagli e aperto al confronto con gli enti locali.