Inizia un’altra settimana di tensioni per la maggioranza. Un film già visto: quasi tutte le settimane ormai partono con scontri interni alle forze di governo, tematiche su cui le posizioni di base sono spesso contrapposte. Ma su cui, alla fine, un accordo si trova sempre. Anche con qualche rospo da ingoiare, ma senza eccessivi drammi. Dai vaccini all’Autonomia, passando per la delicata partita delle nomine Ue, sarà un’altra settimana di fuoco per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e per la sua maggioranza.
Negli ultimi giorni a farla da protagonista sono state le tensioni sull’Autonomia, non ancora sopite con la protesta di diversi presidenti di Regione della stessa maggioranza di governo. Poi i nuovi gruppi in Ue, con Matteo Salvini che punta a scavalcare l’Ecr di Meloni con un’unione tra Id e i patrioti di Orban. Ma non è finita qui, perché ora si riparte dalla proposta del leghista Claudio Borghi di eliminare l’obbligo per i vaccini.
Dai vaccini alla doppia partita in Ue: maggioranza sempre divisa
Chi si muove più di chiunque altro sembra essere la Lega, in cerca anche di visibilità dopo essere stata scavalcata da Forza Italia alle europee. L’emendamento di Borghi che chiede di cancellare l’obbligo vaccinale per i minori fino a 16 anni e per i minori stranieri non accompagnati è stato presentato al Senato al decreto sulle liste d’attesa. Borghi chiede di cancellare l’obbligo, da sostituire con una raccomandazione, per i vaccini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella.
L’iniziativa è stata presentata a titolo personale da Borghi e Fratelli d’Italia per ora resta in silenzio. A prendere le distanze solo Forza Italia che dice chiaramente no alle suggestioni no vax. Per evitare di andare al voto sul tema, non andando così contro i no vax, la soluzione dovrebbe essere dichiarare inammissibile l’emendamento per estraneità di materia.
La Lega, stavolta con Matteo Salvini impegnato in prima persona, porta avanti anche la sua battaglia in Ue. Nel nuovo gruppo dei Patrioti fondato da Orban potrebbero confluire anche Salvini e Marine Le Pen, dopo l’adesione degli spagnoli di Vox, che hanno lasciato proprio il gruppo di Meloni. Con loro ci dovrebbe essere anche la destra olandese di Geert Wilders.
Questa mossa potrebbe indebolire Meloni, con i Conservatori che non sarebbero più il terzo gruppo all’Europarlamento e neanche il primo dell’opposizione. In ogni caso ora il principale pensiero di Meloni è quello riguardante la Commissione europea, con la speranza di ottenere un commissario di peso. Lo stallo in Francia potrebbe essere tutt’altro che un vantaggio per l’Italia, con Macron che probabilmente riuscirà a nominare il commissario senza impedimenti interni, avendo scongiurato la vittoria del Rassemblement National.