Grande vittoria dei laburisti nel Regno Unito. Vuoi vedere che la sinistra torna in auge in Europa?
Virginia Natta
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Gentile lettrice, la prego, non offenda Keith Starmer: nessuno gli ha mai detto che è di sinistra. Guardi che scherzo ma non troppo. Cominciamo col dire che non è stata una vittoria dei laburisti ma un tracollo dei Tory. Starmer ha avuto il 33% dei voti: Corbyn nel 2017 perse col 40% contro il 42% del Tory. I conservatori sono stati al governo 14 anni (la Thatcher arrivò a soli 9 anni) e si sono viste la Brexit, le buffonate di Boris Johnson, l’incredibile inettitudine di Liz Truss, cacciata a calci dopo 40 giorni. La Brexit, poi, è stata un suicidio collettivo: con Cameron, che non era un’aquila, l’Uk aveva avuto una crescita del Pil intorno al 4%, foraggiata anche dai rimborsi Ue. Dopo la Brexit, decrescita, recessione, debito pubblico salito dal 70 al 90% del Pil, ecc. Ora arriva Starmer e non prevedo grandi differenze dai Tory: è un uomo di destra camuffato da sinistra, come fu Blair. Nato in una famiglia più che modesta, è stato avvocato, poi giudice e infine Procuratore della Corona. Forte di quei successi, è entrato in politica nove anni fa e ha fatto fuori Corbyn, che voleva riportare il labour alla tradizione socialista. Starmer è un restauratore, un globalista neoliberista. Anche in politica estera non cambierà nulla: Ucraina, Medio Oriente… Sua moglie è ebrea e si dice che lui si sia convertito in segreto all’ebraismo. Vero o falso, non ha mai nascosto la sua fede nel sionismo, che è l’ideologia colonialista e ipernazionalista di Israele. Dunque, morto il Re, viva il Re.
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