Siamo alle solite. La Lega manca di rispetto al presidente della Repubblica e poi, con imbarazzanti acrobazie, è costretta a metterci una toppa. L’ultimo incidente è avvenuto ieri. Che le parole pronunciate da Sergio Mattarella a Trieste, alla cerimonia di apertura della settimana sociale dei cattolici in Italia, avessero provocato irritazione tra i partiti di governo non era difficile prevederlo. Pur senza mai citare le riforme del governo di destra-centro, dal premierato all’Autonomia differenziata, il capo dello Stato ha messo in guardia sui rischi che si corrono laddove il diritto della maggioranza a governare venga trasformato in un assolutismo della maggioranza.
Salvini irritato dalla lezione di democrazia di Mattarella. Poi la marcia indietro: “Stima per il capo dello Stato”
Bisogna rimanere coscienti dei propri limiti nell’esercizio del potere: il “dovere di governare” non può mai significare una restrizione dei diritti da parte della maggioranza nei confronti della minoranza, ha detto Mattarella, ribadendo il no all’assolutismo di Stato, a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice.
A reagire ieri è stato il vicepremier, ministro e leader della Lega, Matteo Salvini. “Assolutismo? Siamo in democrazia, il popolo vota, il popolo vince. Non faccio filosofia, ma politica. Semmai qui c’è il problema della dittatura delle minoranze, non il contrario”, ha detto Salvini. “In Italia come in Francia – ha aggiunto – chi prende voti governa, nel rispetto delle regole, della democrazia, delle minoranze. Penso sia un richiamo che può essere fatto ad altri, non alla situazione italiana. Qui, anzi, c’è la minoranza che spesso si comporta da maggioranza”.
Una minoranza che, per Salvini, vorrebbe fare la maggioranza “pretendendo di imporre alla maggioranza politica e culturale del Paese il suo modo di vivere e di ragionare”. Ai cronisti che chiedevano se il richiamo di Mattarella fosse riferito alle riforme in campo, il ministro della Lega ha risposto: “Penso che il presidente della Repubblica sia così rispettoso di un governo eletto dai cittadini, che mai e poi mai potrebbe polemizzare con delle riforme scelte dai cittadini, perché l’autonomia e il premierato sono nel programma del governo”.
La parziale marcia indietro di Salvini
Parole di Salvini irrispettose ancora una volta nei confronti del Colle, tanto che nel giro di qualche ora il leader leghista è costretto a una imbarazzante arrampicata sugli specchi. “Matteo Salvini ha grande stima del presidente della Repubblica: la riflessione del vicepremier e ministro non era indirizzata al capo dello Stato”, riferiscono fonti della Lega.
Stesso copione si era avuto il 2 giugno. Vale la pena ricordare quanto successe in occasione dell’ultima Festa della Repubblica. “Se il presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso”, aveva attaccato il senatore della Lega Claudio Borghi.
Passarono alcune ore surreali, dopo quell’attacco, in attesa di una smentita della Lega al suo senatore, notoriamente provocatore nelle sue uscite, e invece niente. Anzi, decise di scendere in campo il leader, nonché vice-premier, e l’attacco al Colle diventò qualcosa di più serio: “Oggi c’è la festa della Repubblica, oggi è la festa degli italiani, della Repubblica, non della sovranità europea”, replicò Salvini a chi gli chiedeva proprio dell’attacco a Mattarella.
Ci volle ancora qualche ora per spingere Salvini a una mezza frenata dando la colpa ai giornali che hanno “travisato”: “Noi non chiediamo le dimissioni di nessuno. Borghi è un nostro ottimo senatore, e io penso che il capo dello Stato sia stato travisato da qualche giornale perché nel giorno della festa della Repubblica, nel giorno in cui la Costituzione ci ricorda che la sovranità appartiene al popolo, parlare di sovranità europea…”.
La presa di distanza di Tajani e lo sdegno delle opposizioni
Si dovette aspettare il giorno dopo, 3 giugno, per le scuse ufficiali. “Nessuna polemica col presidente Mattarella, il presidente ha il rispetto mio e della Lega”, dichiarò Salvini. Ieri il primo a prendere le distanze nella coalizione è stato Antonio Tajani. “Il capo dello Stato va sempre rispettato”, ha detto il vicepremier, nonché ministro e leader di Forza Italia. “Salvini parla di dittatura della minoranza? La destra governa il paese a colpi di decreti legge e voti di fiducia, ha esautorato i controlli della Corte dei Conti e avviato la riforma contro la magistratura. Salvini non ha senso dello Stato e delle istituzioni e non sa cosa significhi democrazia. In primo luogo dovrebbe andare a rileggere e studiare la Costituzione della Repubblica italiana e capire quello che ha detto il Presidente Mattarella. Ovvero, è evidente che chi vince governa, ma chi vince deve anche rispettare i ruoli delle minoranze e il bilanciamento tra i poteri dello Stato”, dichiara il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. “Il leader della Lega riproporrà di cedere due Mattarella e mezzo per un Putin?”, chiede Riccardo Magi di +Europa.