Qualcosa è cambiato nella gestione di Milano, dal punto di vista urbanistico, per lo meno. Il segnale arriva dal Municipio 8, la cui la Commissione Sviluppo del Territorio e Abitare il 22 maggio scorso, ha sonoramente bocciato uno dei tanti maxi-progetti di “ristrutturazione” dell’esistente. In realtà, ad essere “ristrutturato” dovrebbe essere il complesso di Via Delle Ande 15/A, al Gallaratese (come già denunciato da La Notizia), “attualmente costituito da un singolo fabbricato monopiano a base sostanzialmente quadrata, destinato ad ospitare diversi esercizi commerciali di vicinato”.
Secondo il progetto depositato dall’immobiliare Tauride S.r.l. quel fabbricato monopiano dovrebbe trasformarsi in un bell’immobile da 6 piani fuori terra, più uno seminterrato. Il tutto, naturalmente, senza che sia stato presentato un Piano urbanistico, come, secondo la Procura di Milano, si dovrebbe fare per le costruzioni superiori ai 25 metri di altezza.
Il Municipio 8 boccia il progetto per un nuovo palazzo di 6 piani Gallaratese
Un parere non vincolante, va detto, quello del Municipio, ma che negli anni passati, i municipi non avevano mai neanche lontanamente paventato, subendo le decisioni degli uffici dell’Urbanistica di Palazzo Marino. Erano loro infatti a dare il via libera ai centinaia di grattacieli fantasma, senza comunicarli ai residenti. Gli stessi progetti entrati poi nel faro della Procura. Al Gallaratese, invece, qualcosa si è mosso: i residenti hanno detto neanche per sogno al palazzo che dovrebbe sorgere in un’area già densamente popolata, dalla viabilità impossibile e davanti a una Rsa.
Le ragioni del “No”
“Il progetto prefigura la completa demolizione del fabbricato esistente e la contestuale ricostruzione di un singolo edificio di n. 6 piani fuori terra oltre a singolo piano interrato”, si legge nella richiesta di convenzione arrivata al Municipio 8. Per rendere più “potabile” il progetto, infatti, l’immobiliare ha proposto “la realizzazione di un Servizio Culturale, quale Servizio privato di interesse pubblico”. Si tratterebbe di “uno spazio “ibrido” nel quale allestire corsi/workshop e laboratori in corrispondenza delle ore diurne e mostre/esposizioni/proiezioni nelle ore serali”.
Una proposta che non ha però convinto i consiglieri, che “hanno espresso, prioritariamente ad ogni altra considerazione circa l’istanza, un parere negativo riguardo alla proposta presentata, giudicata fuori scala dimensionalmente ed inopportuna per diverse ragioni quali: indebito aumento di volumetria edificata in una ristretta area urbana già densamente abitata da oltre sessant’anni; potenziale aumento della criticità di parcheggio in una zona già significativamente priva di adeguati spazi all’uopo destinati; impatto ambientale negativo rispetto alle abitazioni esistenti, ed in particolare rispetto ad una storica RSA a cui, l’eventuale edificazione, toglierebbe visibilità ed orizzonte; una preoccupazione diffusa per il grande ed insostenibile impatto negativo di ricaduta sul territorio abitativo circa salute, polveri, traffico, rumore nell’eventuale transitorio edificativo qualora autorizzato”.
Bocciatura condivisa “dai numerosi cittadini intervenuti nel dibattito, disposti a contrastare tale iniziativa con ogni mezzo a loro disposizione perché giudicata non accettabile per i sopraccitati motivi”.
“Un progetto che non sta in piedi”
“E’ un progetto che non sta in piedi”, spiega il consigliere comunale Enrico Fedreghini, “quel quartiere è completo. Non si può costruire oltre, anzi, quell’area va decongestionata, anzichè densificata”. E, nell’attesa di vedere cosa deciderà Palazzo Marino, Fedreghini ha chiesto la convocazione delle commissione Rigenerazione urbana e Mobilità in seduta congiunta, per analizzare tutte le criticità del progetto. Qualcosa si muove…