Da un lato, le violente proteste di piazza contro la decisione della Corte Suprema di eliminare l’esenzione per i giovani studenti delle scuole religiose sono culminate in cinque arresti e svariati feriti; dall’altro, la liberazione di 55 detenuti palestinesi, tra cui il direttore dell’ospedale al-Shifa di Gaza. Sono tempi duri per il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, che deve fronteggiare sia le contestazioni interne degli ortodossi, che lo accusano di aver fatto poco o niente per scongiurare la sentenza dei giudici, sia le polemiche per il rilascio dei detenuti palestinesi, che sarebbe avvenuto a sua insaputa.
Il rilascio di 50 terroristi palestinesi sarebbe avvenuto a insaputa del premier israeliano Benjamin Netanyahu
Tanto che ha ordinato un’indagine sul rilascio del direttore dell’ospedale al-Shifa a Gaza, Mohammad Abu-Salmiya. Una liberazione, motivata dall’esercito israeliano a causa del sovraffollamento delle carceri, che è diventata terreno di scontro tra Netanyahu e il presidente del partito israeliano Unità Nazionale ed ex ministro del Gabinetto di guerra, Benny Gantz, il quale lo ha attaccato duramente: “Un governo che libera coloro che hanno dato rifugio agli assassini del 7 ottobre e hanno contribuito a nascondere i nostri ostaggi ha commesso un errore operativo, morale ed etico, e quindi non è adatto a guidare la nostra guerra esistenziale e deve tornare a casa”.
Proprio per questo, ha incalzato Netanyahu, giudicandolo “inadatto a gestire la situazione”, a “fissare una data elettorale” per ridare la parola agli elettori.