Biden è crollato disastrosamente nel duello in tv con Trump. Ma ora che succederà? I dem potrebbero cambiare candidato?
Rita Bussi
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Gentile lettrice, ormai regna il panico tra i dem. Perfino Thomas Friedman ieri ha scritto sul New York Times: “Ho pianto davanti alla tv. Biden è un mio amico, un uomo buono e un bravo presidente, ma non ce la farà”. Non era necessario attendere questa catastrofe mediatica annunciata per rendersi conto delle fragilità di Biden, che emergono video dopo video da almeno tre anni. Perfino un cantore delle magnifiche sorti e progressive degli Usa come il Rampini dalle rosse bretelle definì tempo fa “francamente imbarazzanti” le prestazioni di Biden. Tecnicamente è possibile sostituire il candidato, ma, come scrivevo settimane addietro, a meno di crolli mentali irreversibili non credo che avverrà. Non solo perché i candidati alternativi sarebbero destinati a sconfitta certa – dalla vice Kamala Harris al governatore della California Gavin Newson alla governatrice del Michigan Gretchen Whitmer – ma ancor più per via di quella che potremmo definire una congiura di palazzo. Stante la debolezza di Biden, si è creata alla Casa Bianca una squadra che controlla tutto il potere. La chiami, se vuole, Deep State. Parlo dei vari Blinken, Sullivan e altri. Costoro, con un altro candidato e ammesso che costui vinca le elezioni, perderebbero il loro potere. Quasi certamente nessuno di loro verrebbe confermato nella posizione. Ecco dunque che il cerchio magico si arrocca dietro Biden, sperando che la sua salute mentale resista fino al 5 novembre e che gli elettori facciano il miracolo.
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