Giorgia Meloni double face anche sulle nomine Ue: astenuta sul bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue, voto contrario ad Antonio Costa alla presidenza del Consiglio europeo e a Kaja Callas Alto rappresentante della politica estera.
Ma i tre nomi sui quali Popolari, Socialisti e Liberali si erano accordati sin dal vertice informale del 17 giugno scorso hanno comunque ottenuto il via libera a larghissima maggioranza nel corso del Consiglio Ue che si è protratto fino a tarda notte. Risultato: l’Italia sempre più isolata e tagliata fuori dai giochi per le nomine Ue.
Sebbene la presidente del Consiglio speri di rientrare in ballo, in qualche modo, quando la partita si sposterà al Parlamento europeo che dovrà dare il via libera ai nomi indicati dal vertice del 27 Paesi dell’Unione europea.
Via libera al mandato bis di von der Leyen: l’Italia isolata resta fuori
Prima di rientrare a Roma, a notte inoltrata, Meloni ha criticato la proposta del Consiglio definendola “sbagliata nel metodo e nel merito” e chiarendo di non averla sostenuta “per rispetto dei cittadini e delle indicazioni che da quei cittadini sono arrivate con le elezioni”.
Ma resta il nodo politico: la scelta della premier italiana di giocare contemporaneamente su due tavoli, quello europeista (la Meloni a braccetto con Ursula) e quello sovranista (la Meloni che voleva stravolgere l’Europa), si è risolto per ora in un pugno di mosche.
Ci sarà da vedere ora, quando la partita delle nomine si sposterà al Parlamento europeo che dovrà dare il via libera alla proposta arrivata nella notte dal Consiglio Ue, se Meloni riuscirà a rientrare in gioco facendo valere il peso dei suoi voti. E magari strappare un commissario di peso per l’Italia.
Il piano franco-tedesco per blindare Ursula verso il voto del Parlamento Ue
Ma non sarà facile. Come riferisce Repubblica, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, stanno tentando di allargare la maggioranza ai Verdi. L’obiettivo è quello di incamerare i 50 voti degli ambientalisti per mettere al riparo la coalizione che sostiene il bis di Ursula da possibili franchi tiratori al Parlamento europeo che si riunirà il 18 luglio.
Se l’operazione riuscisse, dopo essere rimasta isolata in Consiglio Ue, Meloni sarebbe confinata nell’irrilevanza anche a Strasburgo. E la sconfitta sarebbe completa.