La Sveglia

Opporsi all’opposizione col solito vittimismo

Opporsi all’opposizioneCol solito vittimismo

Opporsi all’opposizione col solito vittimismo

Il vittimismo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni non è una novità. Opporsi all’opposizione è stata la tecnica comunicativa usata fin dal suo insediamento. Del resto sull’opporsi Meloni e Fratelli d’Italia hanno costruito l’enorme aumento del consenso. Opporsi all’Unione europea, opporsi al gender, opporsi alla sinistra, opporsi a taluni giornalisti, opporsi alle femministe, opporsi ai magistrati, opporsi a certi scrittori: opporsi come mantra per fare fiutare ai propri elettori il profumo della battaglia. Arrivata al governo Meloni però non ha smesso di opporsi e ha accelerato sul vittimismo. Così ieri l’abbiamo ascoltata mentre ha parlato di “toni irresponsabili da guerra civile”. Di chi? Dell’opposizione, ovviamente. Secondo Meloni i suoi avversari politici “non hanno argomenti nel merito”.

Forse le sfugge che il ruolo dell’opposizione sia proprio questo, incalzarla. L’abbiamo addirittura ascoltata mentre parla di “sinistra” che “manda in giro liste di proscrizione dei parlamentari del sud”. La parola proscrizione in bocca ad un governo che esclude gli scrittori dissidenti alla Fiera di Francoforte, che chiama pluralismo l’occupazione della Rai e che desta allarme a Bruxelles per gli interventi sulla libertà di stampa è un capolavoro. Di chi ha parlato quindi la presidente del Consiglio? Dell’opposizione. Chi è in difficoltà governare ha sempre bisogno di nemici da offrire in pasto ai suoi sostenitori. Così alla bisogna torna utile incendiare e dividere. Anche le sconfitte alle amministrative sono colpa della legge elettorale. E da lontano s’ode il rumore della terra che inizia a franare sotto i piedi.