Abolizione dell’abuso d’ufficio; ridimensionamento del perimetro del traffico di influenze illecite; giro di vite sulla pubblicazione delle intercettazioni. È il solleticante (ma non per quanti amano la legalità) menù contenuto nel Ddl Giustizia firmato dal Guardasigilli Carlo Nordio, approdato ieri alla Camera.
Già approvato in prima lettura dal Senato lo scorso febbraio, il provvedimento era stato licenziato la scorsa settimana dalla commissione Giustizia senza modifiche, visto che erano stati respinti tutti gli oltre 100 emendamenti presentati dalle opposizioni. Naturalmente ieri l’attenzione si è concentrata tutta sull’abuso d’ufficio, spacciato dalla maggioranza come un “reato inutile”, che “paralizza l’attività amministrativa” (copyright by Maurizio Gasparri).
L’abuso d’ufficio spiegato da Busia (Anac)
In realtà, a far capire quanto l’addio all’abuso d’ufficio – reato sentinella per antonomasia, cioè illecito che fa suonare l’allarme per fattispecie più gravi, come la corruzione – sia paradossale e pericoloso, ci aveva pensato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Giuseppe Busia: “Se favorisco un’impresa in un appalto aggiustando la gara a suo favore, vengo punito per turbata libertà degli incanti anche se non intasco una tangente; paradossalmente la sanzione penale verrà meno se salto la gara e affido direttamente il contratto alla stessa impresa, oltre i limiti di legge. E lo stesso discorso vale per i concorsi pubblici”. Tanto che per Busia, “abrogandolo, certe ipotesi corruttive potrebbero essere più difficili da individuare”.
Lupi e Gasparri all’attacco del reato sentinella
A sostenere invece l’importanza dell’ennesimo passo verso l’impunità dei colletti bianchi, il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi: “‘Oggi in Aula un primo passo per una giustizia più giusta e per approvare una riforma che i sindaci, anche di centrosinistra, hanno chiesto a gran voce: l’abolizione dell’abuso d’ufficio è un atto di civiltà giuridica perché è un reato indefinito che si è trasformato in un incubo giuridico che ha messo alla gogna sindaci e amministratori per anni. Migliaia i processi celebrati, migliaia le assoluzioni, pochissime condanne: l’abuso d’ufficio è servito solo ad intasare i tribunali con processi inutili ed a rallentare la pubblica amministrazione”.
“Per i corrotti, contro i quali anche Busia dovrebbe combattere, ci sono infinite norme del codice penale che consentono sanzioni gravissime”, gli ha fatto eco Gasparri, “esistono: la Magistratura ordinaria, la Magistratura civile, la Magistratura amministrativa, la Corte dei Conti ed una miriade di organismi che possono e devono applicare le norme contro la corruzione, la concussione e tutti gli altri illeciti che prevede il codice penale”.
Angelo Bonelli, Avs, invece, parla di “atto gravissimo. Una volta, questa era la destra della legalità, o almeno tale si proclamava. Invece, oggi è la destra che garantisce i privilegi. Sono refrattari a ogni tipo di controllo”, ha aggiunto.
No di De Raho alla svuotacarceri di Giachetti
In mattinata, invece, la Camera aveva discusso la proposta di legge sulla scarcerazione veloce di Roberto Giachetti (Iv), che mira a elevare la detrazione di pena ai fini della liberazione anticipata da 45 a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata. Una proposta bocciata dal vice presidente delle commissioni Giustizia e Antimafia, Federico Cafiero De Raho (M5S): “Sarebbe l’ennesima misura svuota-carceri”, ha detto.
Per De Raho “non è pensabile che godano della liberazione anticipata tutti i detenuti, senza alcuna distinzione per i reati gravi. Uscirebbero dal carcere 23 mila detenuti, molti di loro subito e tutti prima dei prossimi due anni. Uscirebbero, ad esempio, autori di reati di mafia, di violenza contro la persona, di reati contro le donne puniti dal Codice Rosso, persone che si sono macchiate di reati di corruzione. Questa legge sarebbe un duro colpo alla sicurezza e alla protezione dei cittadini”.