Contro l’Autonomia ricorso pure alla Consulta

Contro l'Autonomia un ricorso alla Consulta: i governatori delle Regioni giallorosse pronti a impugnare il ddl Calderoli.

Contro l’Autonomia ricorso pure alla Consulta

Non c’è solo l’opzione referendaria, già peraltro annunciata dalle opposizioni. Per bloccare l’Autonomia differenziata le Regioni rosse sono pronte a presentare ricorso anche alla Corte costituzionale. Una via non alternativa questa al referendum abrogativo ma complementare che avrebbe però il vantaggio di una tempistica più veloce. È così che i cinque governatori di centrosinistra stanno studiando un ricorso diretto alla Corte costituzionale per contestare la legittimità del provvedimento Calderoli.

Prontissima a farlo è la presidente sarda. “Stiamo valutando di muoverci in tutte le sedi possibili per fermare questa riforma sbagliata”, ha detto Alessandra Todde. Peraltro aprire la falla di incostituzionalità per la Sardegna è più facile, è la tesi: è l’unica Regione a Statuto speciale, tra quelle guidate dal centrosinistra che si stanno opponendo con forza all’autonomia differenziata, e ha più prerogative delle altre. Già nei mesi scorsi il governatore campano, Vincenzo De Luca, aveva apertamente espresso l’intenzione di ricorrere alla Corte Costituzionale nel caso in cui la riforma leghista fosse diventata legge. Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, ha già annunciato che la sua Regione lo promuoverà.

E ieri si è aggiunto al coro Michele Emiliano. “La Regione Puglia con i suoi uffici sta valutando con grande attenzione ogni possibilità, compresa l’impugnazione davanti alla Corte costituzionale in via diretta della legge Calderoli. In questo momento l’unione fa la forza e quindi condivideremo tutte le iniziative che proporranno le altre regioni e che vanno nella stessa direzione”, ha detto il governatore della Puglia. Le opposizioni, peraltro, dopo le critiche espresse dal governatore della Calabria, l’azzurro Roberto Occhiuto, chiedono allo stesso Occhiuto di unirsi nel ricorso.

“Ritiene, il presidente Occhiuto, di voler impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge sull’Autonomia differenziata approvata in via definitiva dal Parlamento lo scorso 19 giugno? E nel caso non lo ritenesse opportuno, quale strategia intende adottare per la riduzione dei divari infrastrutturali e dell’impatto di una riforma così dannosa per le politiche di sviluppo calabresi?”. Sono questi i due quesiti contenuti nell’interrogazione a risposta scritta che i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti (Pd) e Antonio Lo Schiavo (presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti) hanno depositato ieri mattina.