Rompe gli indugi o, se si preferisce, getta la maschera Beppe Grillo. E va allo scontro aperto con l’attuale leader del M5S, Giuseppe Conte. E lo fa nel modo che gli è più congeniale e irriverente. Con una lunga auto-intervista sul suo blog.
Il fondatore e oggi garante del Movimento, che definì il M5S una forza politica “biodegradabile”, rispondendo a una domanda sul rapporto con l’attuale leader pentastellato, spiega: “Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi”.
Grillo, evidentemente, non deve aver gradito la replica a muso duro che gli è arrivata da Conte. Sebbene questi fosse stato da Grillo attaccato e deriso, sia pure dietro la facciata di uno show tenuto sulle colline di Fiesole.
Le bordate di Conte a Grillo e quelle di Grillo a Conte
L’ex premier ha precisato – con nettezza – che “il destino del Movimento non è nelle mani di Grillo”, ma “nelle mani di un’intera comunità” che prenderà le sue decisioni “all’assemblea costituente del prossimo settembre”.
E non sarà passata inosservata la battuta sul Draghi grillino con cui Conte ha rinfacciato l’endorsement che Grillo fece a suo tempo al governo dell’ex banchiere.
E se le bordate del fondatore non erano andate giù neanche ai parlamentari pentastellati che vorrebbero rivedere le regole, tra cui il limite ai due mandati, Grillo scende in campo per riprendersi il Movimento e riportarlo alle origini, difendendo a spada tratta proprio quelle regole.
Quella del doppio mandato? “È comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale”, afferma Grillo.
La democrazia diretta? “Dovrebbe estendersi a tutti i cittadini, come già avviene in paesi ben più prosperi del nostro e come potrebbe estendersi molto di più con il supporto della tecnologia”.
Nuovo affondo del Garante: non ci scioglieremo. Todde sbotta: “Il Movimento non è padronale”
Di tutto questo si parlerà nell’assemblea costituente di cui ha parlato Conte? “Di questo e come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati il combustibile del Movimento. Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato”.
Una frecciata quest’ultima, ancora una volta a Conte che, invece, replicando all’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, ha rivendicato la collocazione del Movimento nel campo progressista.
Conte, a cui viene persino rinfacciato il Superbonus, è deriso ancora quando Grillo gli dice che praticamente le sue sono ovvietà. “Sono d’accordo con tutte le cose che dice. Che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte?”.
Grillo vuole riportare il M5S alle origini
Il Garante auspica una svolta o, meglio, un ritorno alle origini a 360 gradi: “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del Paese”.
E la promessa che sa di slogan programmatico: “Ripartiremo da antenne puntate sui cittadini e da un’azione politica diversa. Siamo nati come irregolari che sognavano di cambiare il sistema”.
Un’azione politica evidentemente diversa da quella portata avanti oggi da Conte. Ma la domanda è: chi lo seguirà?
A replicare a Grillo a caldo dal Movimento la prima è Alessandra Todde che, nel nome del progetto politico di Conte e con la fede politica di Conte nel “campo giusto”, è diventata presidente della Regione Sardegna.
“Mi sono stufata – ha detto – di quelli che, quando si vince, la vittoria è di tutti e quando si perde è di uno solo: il M5S non è padronale, è una comunità di persone, una classe dirigente che deciderà liberamente cosa fare del proprio futuro”.