Le armi sollecitate agli Usa in un recente video dal premier Benyamin Netanyahu, oggetto di tensioni tra Washington e Tel Aviv, stanno per essere spedite in Israele. Lo ha fatto sapere lo stesso premier israeliano in un post su X, informato al proposito dall’ambasciatore Usa in Israele Jack Lew.
Le armi sollecitate agli Stati Uniti secondo il premier israeliano Netanyahu stanno per essere spedite a Tel Aviv
Ieri il premier in un polemico video sui social aveva definito in un aperto attacco a Washington “inconcepibile” che gli Usa avessero “trattenuto” l’invio di armi e munizioni a Israele. Ma la Casa Bianca ha smentito oggi quanto riportato martedì da Axios di un incontro cancellato con alti funzionari israeliani in segno di protesta per le dichiarazioni del premier Netanyahu sulle forniture di armi ad Israele da parte di Washington. “Come abbiamo detto ieri nel briefing con la stampa, non abbiamo idea di cosa stia parlando il primo ministro, ma questo non è un motivo per riprogrammare un incontro”, ha detto un funzionario della Casa Bianca al Times of Israel.
La Casa Bianca: “Dall’inizio della guerra è stata sospesa una sola spedizione di armi”
Ieri in un videomessaggio Netanyahu aveva definito “inconcepibile” che “negli ultimi mesi l’amministrazione abbia trattenuto armi e munizioni” dirette a Israele. Nel briefing con la stampa, Karine Jean-Pierre, la portavoce della Casa Bianca ha precisato che dall’inizio della guerra è stata sospesa una sola spedizione di armi, mentre sono stati garantiti ad Israele miliardi di dollari di armi. “Non sappiamo sinceramente di cosa stia parlando”, ha aggiunto. La fonte sentita dal Times of Israel ha quindi precisato che non sono ancora stati “finalizzati i dettagli” dell’incontro, “quindi nulla è stato cancellato”.
L’amministrazione Biden è “frustrata” dalle accuse del premier israeliano Netanyahu
L’amministrazione Biden, secondo quanto riportato da Cnn, è “frustrata” dalle accuse del premier israeliano Benyamin Netanyahu sulle armi. Affermazioni che reputa “non produttive” e “completamente false”, afferma un funzionario del governo Usa.