La Lombardia è ancora la regione locomotiva d’Europa? Per niente. O, quantomeno, è una locomotiva che corre con il freno tirato, tanto che il 7,5 per cento delle famiglie della Regione si trovava sotto la soglia di povertà assoluta, una quota soltanto di poco inferiore alla media nazionale.
E ancora: in regione il reddito delle famiglie è diminuito in termini reali, a causa dell’incremento dei prezzi (+0,7 %). I consumi, pur se in rallentamento, hanno continuato a crescere (1,4%), ma la spesa è stata finanziata attingendo ai depositi bancari fortemente cresciuti durante la pandemia e facendo ricorso al credito al consumo. La posizione finanziaria delle famiglie è rimasta complessivamente solida, anche se sono emersi segnali di accresciute difficoltà nel rispetto delle scadenze delle rate dei mutui. Le retribuzioni sono aumentate in modo contenuto rispetto all’incremento dei prezzi.
Il report di Bankitalia sulla Lombardia
A elaborare i dati non certamente tranquillizzanti, non sono stati i partiti d’opposizione al governo di centrodestra, ma gli analisti di Banca d’Italia, autori del report sull’economia lombarda nel 2023 presentato ieri a Milano.
Per Bankitalia, nel 2023 si è conclusa la fase di forte espansione dell’economia seguita alla crisi pandemica. Il Pil della Lombardia è cresciuto dell’1,2 per cento: un valore più elevato rispetto alla media nazionale (0,9 per cento), ma che, rispetto al 3,8 per cento del 2022, è in rallentamento.
Per quanto riguarda l’inflazione, “è diminuita all’1 per cento nel marzo scorso, dall’11 per cento della fine del 2022, principalmente per il calo del costo dell’energia”. Secondo gli analisti “nei primi mesi del 2024 l’andamento congiunturale è rimasto debole e le previsioni disponibili a livello regionale indicano un nuovo rallentamento nell’anno in corso”.
Dallo studio è emerso inoltre che nel 2023 la produzione industriale ha ristagnato (0,2 per cento) e il fatturato delle imprese è diminuito. Nel settore delle costruzioni, invece, l’attività ha continuato a espandersi, ancora sostenuta dagli incentivi per gli interventi di efficientamento energetico e dalle opere finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Si investe la metà che nel resto d’Europa
Un altro aspetto rilevante è che rispetto alle aree più avanzate in Europa, la Lombardia si connota per minori investimenti in ricerca e sviluppo di enti sia pubblici sia privati (1,3 per cento del Pil nel 2021 a fronte del 2,9 del riferimento europeo) e per il minore utilizzo di lavoro altamente qualificato, anche nei settori tecnologicamente più avanzati.
Una regione sempre più vecchia
Il report contiene poi un significativo allarme: il progressivo invecchiamento della popolazione avrà infatti effetti molto rilevanti sull’economia della regione. Tanto che ci saranno ricadute negative sui livelli di partecipazione al mercato del lavoro: secondo le previsioni dell’Istat, tra il 2022 e il 2042 la quota della popolazione regionale in età lavorativa scenderà dal 64 al 57 per cento della popolazione residente.
Ci salvano gli stranieri
A salvarci, negli ultimi anni, è stato l’apporto dei lavoratori stranieri, risultato determinante per la crescita delle forze di lavoro e continuerà a esserlo anche in futuro. L’evoluzione demografica avrà ricadute anche nell’offerta di servizi finanziari, che dovrà adeguarsi alle esigenze di persone più anziane, con una ricchezza generalmente superiore alla media e investita spesso in attività a basso grado di liquidità. Aumenterà considerevolmente la domanda di servizi di cura e assistenza alla persona.