Rissa alla Camera, la replica di Donno (M5s): “Meloni complice di quanto accaduto, le sue parole sono inaccettabili”

Dopo le parole di Giorgia Meloni sulla rissa alla Camera arrivano le repliche, compresa quella del deputato M5s aggredito, Leonardo Donno.

Rissa alla Camera, la replica di Donno (M5s): “Meloni complice di quanto accaduto, le sue parole sono inaccettabili”

La replica a Giorgia Meloni arriva dal diretto interessato, ovvero da Leonardo Donno, il deputato del Movimento 5 Stelle che è stato aggredito nell’Aula della Camera durante la discussione sull’Autonomia. Oggi Meloni ha detto che sono “gravi” i comportamenti di chi è caduto nelle “provocazioni” delle opposizioni, a partire da Donno stesso. Insomma, per la presidente del Consiglio la colpa è degli aggrediti, più che degli aggressori. 

Proprio Donno replica a Meloni: “Una presidente del Consiglio che non condanna la violenza usata dai suoi deputati è complice di quanto accaduto e si dimostra non all’altezza del ruolo che ricopre. Parlare di ‘provocazione’ di fronte a quella che è stata sotto gli occhi di tutti una ‘aggressione’ è gravissimo. La mancanza di rispetto per l’Italia arriva da lei, che utilizza il suo ruolo solo per fare eco alle parole e all’aggressione squadrista dei suoi”.

Il deputato M5s prosegue: “Questo è il centrodestra, hanno gettato la maschera, ed è a causa loro che nel nostro Paese sta ritornando un clima di odio, e che aumenta il rischio di emulazione. Le parole di oggi di Meloni sono inaccettabili e rappresentano l’ennesima figuraccia anche sul piano internazionale. Martedì saremo in piazza con le bandiere tricolore. Non è una provocazione, si chiama difesa della democrazia”. 

Rissa alla Camera, non solo Donno: le repliche alle parole di Meloni sulla “provocazione” dell’opposizione e sul tricolore

Non tarda ad arrivare anche la risposta del presidente M5s, Giuseppe Conte: “Abbiamo scoperto che per la presidente del Consiglio Meloni mostrare una bandiera italiana in Aula e consegnarla a un ministro per dire no all’Autonomia che spacca il Paese è una “provocazione”. La bandiera italiana non è mai una provocazione. È il nostro simbolo che ci ricorda di essere uniti. Mi sarei aspettato delle scuse da parte di chi guida una maggioranza che aggredisce con violenza inaudita, con calci e pugni, un parlamentare del M5S in piena Aula”

“Invece – prosegue Conte – abbiamo un presidente del Consiglio che non condanna neppure la violenza. Se per Meloni e soci la bandiera dell’Italia è una provocazione allora la sventoleremo più forte”. Dal Pd arriva invece la replica della vicepresidente della Camera, Anna Ascani: “Il tricolore? Una provocazione. Chiedi rispetto del Parlamento? Sei un provocatore. Così Meloni. Che tace invece su chi aggredisce deputati, grida ‘Presente’ e fa il gesto della ‘Decima’. Ecco un’altra pagina nera”, scrive sui social.

Su X interviene anche la capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga: “Per Meloni il tricolore è una provocazione. Fa finta di non vedere chi prima ha provocato, poi aggredito. Sono quelli della sua maggioranza, quelli del ‘presente’ e della ‘decima’. Chieda scusa lei per quegli uomini violenti che hanno offese le istituzioni sotto gli occhi del mondo”.

Contro le parole di Meloni si scaglia anche Marco Grimaldi, dell’Alleanza Verdi-Sinistra: Mi domando quale sceneggiato dell’Istituto Luce abbia visto la presidente del Consiglio Meloni quando parla di provocazioni delle opposizioni. Noi che eravamo in quell’Aula di Montecitorio abbiamo solo visto un manipolo di deputati del suo partito e della Lega scagliarsi con violenza contro un deputato, colpevole solo di voler dare una bandiera tricolore a un ministro”. La richiesta di Grimaldi a Meloni è di condannare gli “attacchi squadristi” avvenuti in Parlamento.